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Politiche, l’analisi del voto: il “travaso” da Lega e FdI, operai hanno scelto l’M5S

Di Redazione |

Balzata dal 4,3% al 26% in cinque anni, FdI ottiene il successo alle politiche 2022 prosciugando il bacino elettorale delle Lega e mettendo così a segno il sorpasso nella coalizione del centrodestra. Sono 7,2 milioni gli italiani che hanno scelto Giorgia Meloni e di questi per il 16% si tratta di una conferma. La metà arriva invece dai partiti alleati: per quasi un terzo, nel 2018, la scelta era stata la Lega mentre un quinto aveva puntato su FI. Fratelli d’Italia pesca anche in casa degli avversari: il 17% dei consensi proviene da elettori del partito di Giuseppe Conte e altrettanti dall’astensione.

I dati emergono dall’analisi dei flussi condotta da Swg per ANSA, che ha anche studiato i diversi segmenti sociali. E i numeri dicono che a premiare quella che potrebbe essere la prima donna premier in Italia è il voto femminile: in questo caso infatti la percentuale è leggermente più alta del dato a livello nazionale: il 27% contro il 26% circa. I giovani tra i 18 e i 34 anni mostrano invece di non volersi affidare alle principali forze politiche e scelgono Terzo Polo o i partiti ancora più piccini. 

In questa tornata elettorale a soffrire è la Lega, che crolla all’8,9%: su 5,7 milioni di elettori che cinque anni fa hanno votato Matteo Salvini solo il 19% ha confermato la propria scelta; percentuale che sale al 36 per Forza Italia. Entrambi i partiti pagano l’astensione e appunto un travaso di voti a favore dell’alleata.

Anche i Dem sono obbligati a confrontarsi con un risultato deludente: si fermano sotto il 20% e se è vero che 2018 il Nazareno a guida Renzi – che poi si dimise – si era attestato intorno al 18%, alle Europee del 2019 – segreteria Zingaretti – aveva incassato il 22,7%. Secondo i dati, parte dei consensi persi dal Pd, pari al 35%, sono finiti al Terzo Polo. E al Movimento cinquestelle.

Il partito democratico si confronta però con un elettorato più fedele: il 68% dei voti è una conferma. Il 10% invece arriva da elettori di altri partiti di centrosinistra (il 5% da Leu); il 15% da elettori di M5s, il 10% dall’area dell’astensione e il 4% da partiti di centrodestra. In totale, il Pd – stando ai dati dell’Istituto Cattaneo – ha perso un milione di elettori rispetto alle precedenti politiche. 

Infine, il M5s. Dei 10,7 milioni di cittadini che nel 2018 scelsero il Movimento, la fetta più grande, il 36% si è però astenuta, mentre solo il 30% ha confermato la scelta di quattro anni fa. Secondo le analisi sarebbe però cambiata profondamente la collocazione politica dell’elettorato pentastellato: quest’anno il 49% si dichiara di sinistra contro il 29% del 2018 e gli elettori di destra scendono dal 12% al 4%. 

Guardando i segmenti sociali, appare evidente come il M5s venga premiato in particolare nelle città dove è più forte la disoccupazione e fra gli operai. Al contrario del partito di Carlo Calenda e del Pd, che sono apprezzati fra chi ha titoli di studio più alti. Il mondo delle partite Iva sceglie invece FdI e Forza Italia, che rispettivamente ottengono risultati superiori del 5% e del 3% a confronto con i dati complessivi.  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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