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L'INTERVISTA

Potenziamento ospedali, Tuccio D’Urso: «Un’operazione incredibile. Carte in regola e coscienza a posto»

Di Mario Barresi |

Ingegnere D’Urso, Forza Italia ha chiesto la sua testa a Musumeci. Si sarebbe macchiato di «oltraggio» all’Ars…

«Mi stupisce che un fine giurista come l'onorevole avvocato Calderone non sappia che non sono un dipendente regionale e che la Costituzione tutela il diritto di critica e la libertà di pensiero. Siamo stati accusati dal governo nazionale di non avere dirigenti per gestire il Pnrr. Tutta colpa dell’Ars, che ha negato ai migliori dirigenti in servizio di continuare la carriera per altri tre anni. Le due votazioni sono state  funestate da gravissime irregolarità. Non so a questo punto chi manchi di rispetto al Parlamento regionale».

Parliamo del piano di potenziamento degli ospedali di cui lei è soggetto attuatore. Perché per gli stessi lavori i costi sono raddoppiati?

«I costi sono derivati dalle progettazioni dopo che le ho fatte redigere. È identico a quello che è successo in tutta Italia. Peraltro il costo delle attrezzature è diminuito. Ma dobbiamo sempre  alimentare veleni e sospetti? Perché non diciamo invece che per la parte del piano finanziato da Roma siamo ad oggi al 100% tra realizzati, in corso di esecuzione e appaltati, con solo tre progetti  in gara. Per quelli finanziati dalla Regione abbiamo il 100% dei progetti. E siamo pronti ad appaltare. I record di efficienza non fanno notizia, lo capisco…».

Il ministero della Salute ha rilevato «incongruenze» negli allegati del decreto di rimodulazione. Cosa avete cambiato alla fine?

«Abbiamo eliminato sei interventi: secondo il ministero solo terapie intensive e sub-intensive e pronto soccorso non eccedenti i numeri del piano. Così sono saltati l'efficientamento energetico e adeguamento sismico del Cervello, altri due interventi al Policlinico di Palermo, il materno infantile e la medicina legale, e al Civico, il padiglione di microbiologia e l'ampliamento dell’infettivologico. Li abbiamo già trasmessi alle aziende che li realizzeranno con i propri fondi».

Altre perplessità sugli incarichi professionali. Non c’erano, nelle aziende sanitarie e ospedaliere, tecnici in grado di progettare o dirigere lavori? Perché non si è fatta una stima unitaria dell’importo totale dei servizi?

«Abbiamo fatto nostri tutti i progetti e gli incarichi di tutte le aziende che avevano progetti già redatti  o incarichi già dati. Anche in corso di redazione, aspettando che li completassero».

E poi il format di conferimento: tutti incarichi diretti, senza l’oggetto né l’importo della prestazione, ma con  richiesta di “sconto” preventivo…

«L’importo massimo degli incarichi di progettazione, direzione e altro  è di 75.000 euro qualunque sia l'importo dei lavori a cui si riferiscono. Sono stati conferiti prima che l’importo fosse portato a 139mila euro. Alla parcella, a cui facciamo un’istruttoria di congruità molto rigida, si applica il 15% di ribasso. Riteniamo che stiamo ottenendo oltre il 50% di risparmio sui servizi».

Avete fatto dei controlli su imprese e vertici sanitari, soprattutto a Palermo, circa una presunta non corrispondenza fra progetti finanziati e lavori effettivamente realizzati?

«Non so a cosa si riferisca. A Palermo, come in tutta la Sicilia, stiamo realizzando un piano che ha dell’incredibile. Se arriveranno anche i fondi regionali, faremo fare a quasi tutte le strutture sanitarie siciliane  un balzo tecnologico bestiale. Oltre ad avere un sito tra i più ricchi di informazioni, peraltro dovuti, con tanto di responsabile della trasparenza, ho informato sempre la Digos, i carabinieri del Nas, le commissioni Salute e Antimafia, e persino il gruppo parlamentare di Forza Italia… Io ho tutte le carte in regola. E la coscienza a posto».

Twitter: @MarioBarresi  

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