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Razza torna all’Ars: un delfino solitario che ha imparato dai suoi errori

Respinta la mozione sull'assessore alla Salute; il centrodestra ha fatto quadrato attorno a lui

Di Giuseppe Bianca |

Palermo. I delfini non hanno le ali, ma viene un momento in cui devono volare lo stesso da soli. Sala d’Ercole ha bocciato ieri la mozione delle opposizioni sulla gestione dell’emergenza Covid e della campagna vaccinale in Sicilia. Il centrodestra ha fatto quadrato, per la seconda volta a distanza di  sette mesi dopo la mozione bocciata a novembre scorso, intorno a Ruggero Razza, che ieri è tornato all’Ars dopo i due mesi (77 giorni, hanno precisato i vari intervenuti) di “purgatorio” in cui ha lasciato l’incarico a causa dell’inchiesta sui presunti falsi dati Covid che lo vede indagato. Un pallore lieve di chi è poco abbronzato rifletteva la tensione sul suo volto, spazzata via un minuto prima che cominciasse la replica.

Razza ha giocato un tie-break  a metà tra  i nervi d’acciaio di Ivan Lend e  la forza di respingere tutto di Bjorn Borg, uscendo dai punti ciechi di un dibattito che ieri  ha messo dentro tutti i temi annunciata alla vigilia. In più  ha mantenuto la promessa di un “profilo basso” con un ritorno preparato con cura e attenzione sino ai dettagli di forma e sostanza e alle parole scelte con cura senza lasciare nulla al caso per assicurare all’Ars e ai siciliani che «il mio dovere è quello di lavorare con maggiore impegno e, se volete, facendo tesoro di alcuni errori». Razza ha inoltre ribadito che lo scetticismo di alcune parti della popolazione siciliana sui vaccini «non è disancorato dai fatti della cronaca» riferendosi agli episodi che riguardavano AstraZeneca che si erano verificati «tutti e cinque nell’Isola». E sulla terapia monoclonale ha aggiunto: «Nessuno ha mai posto limiti agli ospedali», chiarendo che alla fine sono sempre i medici i protagonisti «con le loro scelte».

Mai un’assenza invece era stata più presente come quella del governatore Nello Musumeci, convitato di pietra dei tanti interventi di Pd e M5S, critici sulla sua scelta di non partecipare alla seduta di ieri. Lo stesso Razza ha chiarito di intervenire sull’argomento, nonostante fosse stato formalmente fuori causa dopo le dimissioni, poiché molte delle questioni si intrecciavano a doppio filo con ampia soluzione di continuità con il passato e con il periodo della sua gestione.  Il più duro dei grillini è stato l’assessore-ombra alla Salute, Francesco Cappello, che in questi anni si è distinto per le sue battaglie sui temi sanitari: «Musumeci – ha detto – è una persona politicamente codarda e vigliacca», mentre una nota del gruppo riassume il concetto: «Più grande dell’arroganza e del disprezzo di Musumeci per il parlamento regionale ci sono solo i suoi ripetuti fallimenti». L’assenza  del presidente della Regione è stata stigmatizzata anche dagli interventi  del Pd, con Nello Dipasquale, Antonello Cracolici e Giuseppe Lupo. Il capogruppo ha parlato di «una grande caduta di stile e di disattenzione istituzionale, aveva il dovere di venire». Più attento invece Anthony Barbagallo che si è concentrato sugli aspetti della gestione dell’assessorato degli ultimi mesi e sui conflitti che ne sono sorti.

Per il centrodestra è toccato al capogruppo di Db Alessandro Aricò ribadire la piena fiducia al neo ex assessore e replicare ai deputati di opposizione.  Protagonista sempre e comunque il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè. che nel bel mezzo del dibattito con un inciso su Sergio Tancredi che stava svolgendo il suo discorso, ha piazzato una botta alla Enrico Ameri,  «solo per dirvi  che Marianna Caronia ha lasciato Forza Itala e si è iscritta al gruppo misto». Uno dei tanti eterni ritorni, e non sarà l’ultimo, che segneranno il conto alla rovescia da ora fino alle prossime Amministrative di giugno prima e delle Regionali dopo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA