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Regionali, ecco perché secondo Miccichè contro Musumeci «vincerebbe anche un gatto»

La teoria del leader siciliano di Forza Italia  esposta a Verona in occasione della cena di gala offerta dalla Regione a un centinaio di persone al Vinitaly

Di Mario Barresi |

Lo sfogo arriva prima del dessert. «Il centro sinistra non ha un candidato? Il Pd ha un gatto? Ecco, contro Musumeci vince anche un gatto. Pd e M5S hanno un elettorato che li vota comunque, a prescindere dal candidato, e vale il 35 per cento. Per vincere Musumeci deve prendere almeno il 36%, invece non arriverà al 30%. In queste elezioni perde di almeno 20 punti». Se fossimo a Vicenza, che i veneti sfotticchiano come «città dei mangia-gatti», ci sarebbe un nesso antropologico, ma la teoria di Gianfranco Miccichè arriva a Verona, alla cena di gala offerta dalla Regione a un centinaio di persone in occasione del Vinitaly. L’organizzatore è l’assessore all’Agricoltura, Tony Scilla, fedelissimo del leader siciliano di Forza Italia.

«Musumeci è la persona più sleale che conosca, non porta a termine un impegno. Cinque anni fa lo avevamo candidato perché aveva detto che avrebbe fatto un solo mandato e invece ora vuole la ricandidatura», snocciola Miccichè conversando con un gruppo di cronisti. E aggiunge: «Il problema di Musumeci è Cateno De Luca perché è un altro candidato di centrodestra. Quando io ho fatto il 61-0 era perché non c'era nessun altro a destra, convincemmo a togliere la Fiamma dal simbolo, se no non finiva così, magari finiva 40-21, però adesso è diverso e con la Meloni che vuole farsi la sua partita per misurarsi, il rischio è anche questo. Io non ne sono convinto, ma secondo alcuni De Luca potrebbe avere più voti di Musumeci», assicura Miccichè in un blitz al tavolo dei giornalisti.

Tavolo al quale siede anche il deputato Mario Caputo, forzista della cordata opposta, che sgrana gli occhi sentendo parlare il commissario azzurro. «Il quadro – scandisce il presidente dell’Ars – è chiarissimo: adesso su Francesco Cascio, sul quale Berlusconi è sempre stato convinto, si può formare un’alleanza di moderati, con Forza Italia, Romano, Cuffaro, l’Udc se ci sta, ma anche Faraone. E un’idea del genere potrebbe anche stuzzicare Ferrandelli. Noi ci proviamo, vediamo come finisce. Sono convinto che dopo i risultati che uno schieramento del genere avrebbe a Palermo, anche il discorso sulle Regionali sarebbe completamente diverso. Ci verrebbero tutti dietro, saremmo noi siciliani a decidere, senza la gara a chi ce l’ha più lungo sulle candidature, con i leader nazionali che stanno ripetendo lo stesso errore che hanno fatto per la scelta del nome a Milano. E sappiamo com’è finita…». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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