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IL CASO

Sicilia, l’ennesimo rinvio del voto nelle ex Province: ora tutti rivogliono l’elezione diretta

La maggioranza che sostiene Musumeci battuta in Aula e annullamento delle elezioni del 22 gennaio

Di Redazione |

Governo Musumeci ko e semaforo verde ieri all’Assemblea regionale siciliana al rinvio delle elezioni degli organi degli enti di area vasta, le ex Province, previsto per il prossimo 22 gennaio. «Musumeci sempre più solo, plastica immagine di un governo ormai allo sbando», ha commentato il M5s, che ha incassato il sì all’emendamento, proposto dalla deputata pentastellata Gianina Ciancio, che introduce una novità nell’assetto dei Liberi consorzi e delle Città metropolitane nell’attesa delle elezioni, non oltre agosto 2022.

«"La soluzione, individuata e condivisa dalle altre forze politiche – spiega -, prevede che il controllo e l’indirizzo politico degli enti di area vasta passino ai sindaci, che dovranno costituire le Assemblee dei liberi consorzi e le Conferenze metropolitane, dotandosi di un regolamento provvisorio per il loro funzionamento, ad esempio le maggioranze per le deliberazioni».

Assemblee e Conferenze dovranno insediarsi entro trenta giorni dall’approvazione della legge. «Si concluderà, quindi, la lunga stagione dei commissari che hanno gestito in toto questi enti», ha commentato la pentastellata, sottolineando che «si tratta chiaramente di un regime transitorio ma che copre un vuoto lasciato dal governo, finora incapace di proporre una soluzione mediata con la maggioranza».

La sentenza della Corte costituzionale sulla legge Delrio ha compattato il fronte bipartisan a Sala d’Ercole. «Questa sentenza – ha detto Marianna Caronia, parlamentare della Lega intervenendo in Aula – ha di fatto rimesso nelle mani della politica la possibilità di fare scelte importanti invece di correre a un voto frettoloso e azzoppato a gennaio". L’esponente del Carroccio si è detta pronta a farsi promotrice di una legge che si basi su tre punti cardine: elezione da parte dei cittadini sia del presidente della provincia sia del Consiglio, riduzione del numero dei consiglieri rispetto al passato e introduzione della doppia preferenza di genere, «in modo che anche in questi organi si possa lavorare con l’obiettivo della parità di rappresentanza per entrambi i generi».

"Il ddl sulle Province approvato , con il parere contrario del governo e dopo l'intervento accorato del capogruppo e dei componenti dello stesso gruppo parlamentare del presidente della Regione, mostra chiaramente che il governatore non ha più una maggioranza, anzi è meglio dire che non può più contare sulla maggioranza con la quale si è presentato ai siciliani» ha detto dal canto suo  il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo, intervenendo in Aula

Per Totò Cuffaro, Commissario regionale della Dc nuova, il rinvio del voto nelle ex province «è un nuovo colpo per la democrazia siciliana. Da giorni sostenevamo che c'erano alcuni partiti che avrebbero votato la proroga della scadenza e purtroppo così è avvenuto».

«Spiace ancora una volta vedere disattese le aspettative dei siciliani. L’abolizione delle ex province da parte dell’allora governatore Crocetta nata con grandi aspettative si è rilevata una manovra poco riuscita – aggiunge -, visto che i costi non sono diminuiti ed i disservizi sono aumentati. Basti pensare alle condizioni delle strade, ai servizi carenti nelle scuole».

«Adesso occorre tornare all’elezione di primo grado nelle ex Province per ridare dignità alle istituzioni e responsabilizzare una nuova classe dirigente, vicina ai territori, che sappia rilanciare l’azione amministrativa e di sviluppo. Occorre avere rispetto per i siciliani e per le istituzioni ed è per questo che Democrazia cristiana nel suo programma inserirà l’elezione di primo grado per le ex Province» conclude. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA