Nomine Sanità siciliana, ora i commissari per poi confermarli come manager: ecco la top 11 (e la mappa del potere)
L’idea di nomine provvisorie entro il 31 per anticipare le future scelte E dai lavori della commissione ecco tre griglie diverse: «pienamente coerente», «maggiormente coerente» e «coerente». Tutti i nomi
Quando, lo scorso sabato 7 ottobre, Renato Schifani sta per alzarsi dall’armoniosa tavolata condivisa con i vertici siciliani di FdI nel “light lunch” dell’evento di Brucoli, insieme al caffè arriva una precisa prospettiva: «Sui manager della sanità è meglio rinviare». Niente nomine entro il 31 ottobre, per diverse ragioni. Una pratica: la difficoltà di concludere l’iter della selezione, con il passaggio finale in commissione Salute dell’Ars, prima della delibera finale in giunta. Un’altra politica: evitare scontri fra alleati prima della finanziaria.
Ma a distanza di due giorni, poco prima dell’esternazione ufficiale del governatore («Nessuna proroga, nomine entro ottobre»), Marcello Caruso, uomo-ombra di Palazzo d’Orléans, fa un giro di telefonate con i big del centrodestra: dietrofront, «chiudiamo tutto subito». Con invito a «un confronto interno» nei partiti per stilare una prima lista di “postazioni” d’interesse, in vista del vertice di maggioranza già programmato per oggi. Un incontro, subito dopo la seduta di giunta delle 10,30 di questa mattina, in cui si affronterà - per la prima volta a viso aperto - il tema della spartizione della sanità siciliana.
Cos’è successo in 48 ore? In mezzo, oltre al pressing di parte dei meloniani e di una fronda forzista dell’Ars (la tesi: prorogare l’attuale assetto significherebbe «confermare lo strapotere di Totò Cuffaro», a cui molti degli attuali direttori generali si sarebbero «consegnati»), anche uno stratagemma maturato fra le eminenze grigie a cui Schifani dà più ascolto in materia di sanità, fra cui, oltre al dirigente generale Salvatore Iacolino e a Giuseppe Sgroi (capo di gabinetto dell’assessore Giovanna Volo), c’è anche il sempre influente Adelfio Elio Cardinale. L’idea, ora, è nominare, «col consenso di tutti gli alleati», 18 nuovi commissari alla guida di Asp e aziende ospedaliere, traendo i nomi dalla lista dei “più idonei” del bando. Una sorta di “giudizio anticipato”: indicare «i manager meritevoli» (e più graditi ai partiti) e assegnare loro le destinazioni, per poi confermarli come direttori generali.
Un percorso che accelera il confronto (e lo scontro) dentro e tra i partiti. Anche partendo dalle ormai non più misteriose “griglie” di merito, emerse dai lavori della commissione, anche se sempre negate. La Sicilia è venuta in possesso dei tre elenchi definitivi. Il primo contiene una “top 11” con i «candidati con giudizio “pienamente coerente”». I migliori, dunque: Angelo Aliquò (da poco direttore generale dello Spallanzani, già ai vertici di Seus 118 e Asp di Ragusa); Mario Alparone (bocconiano, manager di spicco con diversi ruoli al Nord, l’ultimo dei quali da direttore generale dell’Asst del Garda); Giampiero Bonaccorsi (ex manager del Cannizzaro di Catania); Alessandro Caltagirone (alla guida dell’Asp di Caltanissetta); Roberto Colletti (commissario all’Arnas Civico di Palermo); Massimo De Fino (direttore generale dell’Ast di Ascoli), Fabrizio De Nicola (commissario all’Arnas Garibaldi di Catania); Daniela Faraoni (commissario dell’Asp di Palermo); Salvo Giuffrida (alla guida del Cannizzaro di Catania); Armando Gozzini (lombardo ai vertici della sanità marchigiana) e lo stesso Iacolino, dirigente generale della Pianificazione strategica dell’assessorato.
A seguire, poi, ci sono quelli che hanno riportato il giudizio di «maggiormente coerente». Nell’elenco, in tutto 37 nomi. Infine, la terza lista: 42 aspiranti manager con giudizio semplicemente «coerente». Se la matematica non è un’opinione la somma di 11 più 37 fa 48. Uno in meno della famosa “lista dei 49”, che non è una fantasia, ma è la rosa dei candidati con nomina «immediatamente conferibile», pubblicata nella Gazzetta ufficiale della Regione del 6 ottobre scorso, come allegato 6 del verbale n. 5 della commissione esaminatrice, nel decreto dell’assessore alla Salute n.774 del 4 agosto 2023, “Presa d’atto della conclusione dei lavori della Commissione regionale” per la selezione dei manager. Curiosamente, nella stessa Gurs c’è un altro decreto di Volo, il 981 del 2 ottobre 2023, che è definito come «seguito» del precedente di agosto mai prima pubblicato. Qui gli elenchi sono “neutri”: 99 «ammessi al colloquio», 87 «candidati idonei» al netto di 12 «assenti ai colloqui».
Incrociando le due matrici di elenchi emerge qualche anomalia. La prima è che l’unico nome inserito nella “lista dei 49” e poi finito in coda fra i semplici «idonei» è Giovanni La Valle. Poi c’è la ripetizione dello stesso candidato (Antonino Zagari, non compreso fra i 49) sia fra i «maggiormente idonei» sia fra gli «idonei». In quest’ultimo elenco, che gira fra i leader della coalizione, due nomi (indichiamo le iniziali: G. R. e A. M. S.) non risultano nemmeno fra i candidati. Errori materiali, refusi o pasticci?
Le questioni preliminari
Prima di incrociare posti e nomi, però, ci sono almeno tre questioni preliminari. La prima è il criterio della rotazione: alcuni alleati chiedono che nessuno dei manager resti nel ruolo attualmente occupato. Sarà così o ci sarà qualche deroga? Il secondo nodo da sciogliere riguarda chi andrà in pensione dopo il conferimento dell’incarico: secondo un parere dell’Avvocatura dello Stato, firmato da Giacomo Ciani su un quesito dell’assessore Volo, la risposta è sostanzialmente negativa. Per chi dovesse entrare in questo status «entro la durata minima triennale», infatti, «l’incarico in questione non dovrebbe nemmeno essere conferito, per evitare di incorrere in violazione di legge».
Così sfumerebbero le nomine di alcuni big, fra cui uno della “top 11” (De Nicola), ma anche un veterano della sanità siciliana come Francesco Iudica, cognato di Raffaele Lombardo. La terza questione da risolvere riguarda le nomine nei Policlinici universitari di Catania, Messina e Palermo. La norma prevede che gli Atenei forniscano alla giunta una terna dalla quale scegliere il manager, ma i rettori spingono per cambiarla: vorrebbero essere loro, «di concerto» con la Regione, a scegliere un nome secco. Se ne discuterà oggi, in un incontro con i vertici delle università, alla presenza di Volo e forse di Schifani.
Il dato politico, però, è che il centrodestra siciliano oggi riprenderà il discorso sulla sanità a partire dai 49, anche se Cuffaro anticipa che «il mio segretario regionale reitererà alla maggioranza la proposta del sorteggio fra i più meritevoli».
Lo schema
Il modulo di partenza, sulle 18 aziende da assegnare, è il 6-6-2-2-2. Ovvero: 6 manager a FdI, 6 a Forza Italia, 2 a testa per Lega, Mpa e Dc. Ma negli ultimi giorni i meloniani, di fronte a richieste di tutti i deputati (il capogruppo Giorgio Assenza consegnerà a breve i desiderata ai coordinatori Salvo Pogliese e Giampiero Cannella), spinge per avere almeno il settimo posto, magari a scapito dei forzisti.
Le richieste sul tavolo
La mappa del potere? In questo momento è prematuro tracciarla. Anche se già alcune richieste sono sul tavolo. A Catania, ad esempio, Luca Sammartino non fa mistero di puntare sull’Asp (Faraoni la prima scelta, ma non l’unica), postazione contesa anche da altri alleati. A partire da Forza Italia, con tre candidati (Giuseppe Giammanco e Vincenzo Spera, graditi a Marco Falcone, e Giampiero Bonaccorsi che piace a Nicola D’Agostino, “orfano” di De Nicola) pronti in caso a correre per il Garibaldi. Dove però potrebbe finire uno dei pochissimi certi della riconferma: l’iper meloniano Giuffrida, che lascerebbe il Cannizzaro (in pole per la successione ci sarebbe il lombardiano Mario Zappia) per l’Arnas o in alternativa per il Policlinico-San Marco. Se la Lega prendesse Catania, a maggior ragione FdI vorebbe mettere le mani sull’Asp di Palermo: piace Walter Messina, ma c’è da capire se Iacolino vuole concorrere o restare al vertice dell’assessorato; per le altre aziende ospedaliere in lizza Alessandro Mazzara e lo stesso Spera (stimati da Fi), con la Dc che avrebbe il Policlinico, senza sorteggio. Derby FdI-Fi a Siracusa: Luca Cannata spinge per confermare Salvatore Lucio Ficarra, odiato dal gruppo forzista dei Gennuso. Su Ragusa il capogruppo di FdI all’Ars Assenza non sente ragioni: fra i favoriti Raffaele Elia. All’Asp di Caltanissetta potrebbe spuntarla Forza Italia, legata all’attuale commissario Caltagirone; senza turn over, potrebbe arrivare un altro vicino a Michele Mancuso. Ad Agrigento la sfida è fra i “cugini” di Fi (che potrebbe puntare su Mazzara) e Dc, con Cuffaro che ha più di un nome.
Ma oggi a Palermo non si faranno nomi. «Si deve scegliere sul da farsi, la linea da seguire», conferma una fonte del governo regionale. Per litigare sui posti ci saranno due settimane di tempo.
m.barresi@lasicilia.it