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Pd, Cracolici fa un passo indietro: «Non mi candido alla segreteria, in Sicilia c'è un clima stucchevole»

Il presidente dell'Antimafia regionale lo ha annunciato durante una conferenza stampa in vista del congresso regionale del partito

Redazione La Sicilia

06 Maggio 2025, 17:30

Antonello Cracolici, esponente Pd in Sicilia

Antonello Cracolici, esponente Pd in Sicilia

«Ritiro la mia disponibilità alla candidatura ma non rinuncio alla battaglia politica. La mia disponibilità a candidarmi è venuta meno. Ho avvertito un certo disinteresse, da parte della segreteria nazionale. Se alla segreteria nazionale non interessa il destino del Pd in Sicilia, vada come deve andare. Questa mia decisione, so bene che mette in difficoltà quelle migliaia di persone che, spontaneamente, avendo saputo di questa mia disponibilità, hanno raccolto in tutta la Sicilia migliaia di firme a mio sostegno». Antonello Cracolici, parlando nel corso di una conferenza stampa in vista del congresso regionale del Pd in Sicilia, ha così deciso e, presso la sede del partito, in via Bentivegna a Palermo, ha annunciato la sua rinuncia alla candidatura alla segreteria regionale, in vista del congresso.

Cultura settaria

«In Sicilia la situazione è diventata stucchevole. In queste ore si stanno valutando possibili figure - prosegue -. Si troverà la candidatura alla quale io aderirò, a prescindere dalle appartenenze alle nozioni congressuali. Sembra che in questo nostro partito stia prevalendo una cultura molto pericolosa, molto settaria. C'è un moralismo da marciapiede che vedo diffondersi sempre più. Non è stata colta la necessità di lavorare per trovare una soluzione condivisa, il più possibile da tutti, compreso Barbagallo. Il quale, in modo legittimo, ha riproposto la sua candidatura. «Per queste ragioni - conclude - ritengo che non ci siano le condizioni per mantenere in campo la mia disponibilità. Temo che questo sarà un congresso che durerà a lungo e che potrà avere strascichi nella vita del nostro partito, mi auguro solo che il mio sia un timore sbagliato».

Il piccolo partito

«Io temo che si voglia fare un piccolo partito in Sicilia e conviene più controllarlo, piuttosto che ampliarlo. Si vuole un partito che non è capace di avanzare una proposta di modernizzazione, in vista di un cambiamento possibile. Bisogna offrire una possibile prospettiva, una speranza e non una riproduzione, in piccolo, di una filiale del partito nazionale in Sicilia. Come si sa, le piccole filiali, prima o poi chiudono», ha proseguito il presidente dell’Antimafia regionale.
«Sono convinto - prosegue - che la Schlein costituisca un valore aggiunto in questa fase storica per il Pd, ma il mio timore è che il partito rischi di perdere il proprio valore».

I silenzi imbarazzanti

«Oggi colgo una serie di silenzi, probabilmente imbarazzati, da parte della segreteria nazionale. E questi ci stanno portando dritti ad un congresso che si preannuncia con una inevitabile contrapposizione che, a mio avviso, non farà bene al Pd».
«Avevo scritto un messaggio alla segretaria nazionale - prosegue - dicendo, cara Elly il congresso siciliano rischia di avviarsi verso una situazione difficilmente ricomponibile, a partire dal giorno dopo. Questo congresso è stato preceduto da alcune polemiche e ha dato una rappresentazione di un partito allo sbando. Avevo manifestato quindi, la mia disponibilità a mettermi in gioco, nella prospettiva che la segreteria nazionale si ponesse il problema di come garantire forza e autorevolezza ad un partito che opera in una terra complicata e difficile come quella siciliana. Ho atteso una risposta per 22 giorni e l’unico segnale ricevuto in tal senso è stato il rinvio delle procedure congressuali di una settimana».

Le accuse di Barbagallo

«Da Barbagallo accuse al gruppo parlamentare all’Ars? Sono esterrefatto, continuo a pensare che sia un grave errore politico e culturale da parte di chi, evidentemente, non sa di cos'altro parlare». Così Cracolici rispondendo ai giornalisti che gli hanno chiesto di commentare le critiche al gruppo parlamentare del Pd all’Ars, recentemente ribadite dal segretario regionale Anthony Barbagallo il quale, all’indomani dell’approvazione della finanziaria regionale, aveva annunciato una denuncia riferendosi a presunte mance contenute nella legge. «Al di là del fatto che una legge, come è noto, può essere denunciata alla Corte costituzionale, non alla procura della Repubblica - prosegue - se Barbagallo ha notizie di reati commessi, allora ha il dovere e l’obbligo di fare la denuncia. Altrimenti non saprei come definire un comportamento del genere».