Ponte sullo Stretto, il M5s all’Ars propone un referendum tra siciliani e calabresi

Di Alfredo Zermo / 12 Maggio 2021

PALERMO- «Ponte sullo Stretto? Per un’opera così impattante sarebbe giusto dare la parola a chi con questa
infrastruttura avrà più a che fare, i siciliani e i calabresi: facciamo un referendum come fu fatto nel 2016 per le trivelle, ma solo dopo che sul ponte si avranno a disposizione i principali elementi per potersi esprimere, ossia un progetto di massima, ovviamente non esecutivo o cantierabile, per cui ci vorrebbero anni». Lo afferma Giovanni Di Caro, capogruppo del 
M5S all’Ars, a nome dei 15 deputati del gruppo 5stelle di Palazzo dei Normanni.

“Si mettano sul piatto costi, benefici, ricadute economiche per i territori e si faccia decidere ai cittadini, tenendo sempre presente, però, che il ponte deve essere pensato come l’ultimo miglio, come punto finale di una rete di infrastrutture riammodernata e finalmente all’altezza di una società civile. Solo in quest’ottica avrebbe senso parlare di ponte”.

“Non accetteremo compromessi al ribasso – avverte il pentastellato – e soprattutto non intendiamo acconsentire all’opera senza garanzie di un imponente e immediato investimento in opere e infrastrutture strategiche e di compensazione, atteso che in Sicilia troppe strade versano in condizioni pietose”.

Per il capogruppo del M5s all’Ars, “questa storia del ponte sta occupando spazi di dibattito pubblico esagerati. Cogliamo, comunque, l’occasione perché la questione meridionale torni alla ribalta, ponendosi al centro dell’agenda 5 stelle nazionale. Altra cosa che ci preme evidenziare – conclude Di Caro – è che è intollerabile che ogni volta che si parla di ponte si associ a esso la parola mafia. Non esistono strutture pubbliche importanti al Nord e mafiose al Sud, cerchiamo di sfatare una volta per tutte questi inutili e immortali luoghi comuni. La mafia non si evita, si combatte”.

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