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Quel filo (in)visibile fra la Croisette e le mance all’Ars

Mario Barresi

27 Giugno 2025, 15:53

Quel filo (in)visibile fra la Croisette e le mance all’Ars

In principio fu Cannes. L’inchiesta seriale in cui La Sicilia nel 2023 denunciò le spese allegre della Regione al Festival del cinema, è l’innesco dell’indagine per corruzione su Gaetano Galvagno.
C’è un nesso giudiziario: Sabrina De Capinani, attuale portavoce del presidente dell’Ars fortemente voluta da Ignazio La Russa, anch’essa indagata a Palermo, era legata ad Absolute Blue (la società lussemburghese destinataria dei lauti finanziamenti dell’assessorato al Turismo a trazione FdI ) con il ruolo di “key account” per Cannes.

Il nesso politico

Ma il nesso più evidente è politico. Quel lavoro di ricostruzione fu snobbato da certa stampa (e ci può stare), da certa politica di centrodestra (con l’eccezione di Renato Schifani che revocò il progetto e silurò l’assessore meloniano al Turismo, Francesco Scarpinato) e di centrosinistra (e ci sta un po’ meno), oltre che da certa magistratura. A distanza di tempo, al netto dell’esito dei fascicoli penale e contabile, il caso Cannes resta il prodromo della recente degenerazione della politica siciliana. E non è un caso che, partendo da lì, si arriva alle mancette dell’Ars, oggetto di alcune accuse dei pm di Palermo nell’inchiesta su Galvagno. Anche sui contributi diretti agli “amici degli amici” il Palazzo, tutto, s’è chiuso a riccio: i soliti cronisti rompiballe, do not disturb.

Tutto torna

Tutto torna, unendo i puntini. In un racconto parallelo i cui protagonisti, anche quelli nascosti, sono gli stessi. E tutto rimbalza anche in una suggestione (giornalistica) che potrebbe essere già una pista (giudiziaria): la Sicilia come pezzo, a questo punto difettoso, di un sistema assai più ampio.