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Rebus giunta in Sicilia tra le scelte, anche di La Russa, e l’incastro delle quote rose

Al presidente Schifani la proposta comunque di assegnare le deleghe-chiave ad assessori che coincidono con i ministri. Confronto con i partiti dopo l’ok ai sottosegretari.

Di Giuseppe Bianca |

L’ultima tentazione che potrebbe caratterizzare la nascita della prossima giunta regionale è quella di creare un filo doppio incrociato per grosse aree tematiche tra il governo nazionale e quello siciliano. Replicare uno schema per materia e al tempo stesso intestare una grossa assunzione di responsabilità ai partiti nel gioco a cerniera che ne potrebbe seguire. 

Agricoltura e Turismo, che nell’esecutivo di Giorgia Meloni sono in mano a Francesco Lollobrigida e Daniela Santanché per esempio, ma anche Infrastrutture, retto da Matteo Salvini, potrebbero intercettare questo tipo di traccia. I primi due assessorati finirebbero nelle mani di FdI, il terzo sarebbe a trazione leghista anche nell’Isola, sempre, che la quadratura del cerchio risulti di beneficio e sia condivisa anche dal governatore siciliano Renato Schifani. Una suggestione romantica secondo i forzisti di complemento e gli ortodossi della Lega di territorio in Sicilia, pronti ad acquartierarsi in assessorati meno impegnativi, una tesi a cui si sta lavorando, la ribattezzano sotto voce invece i neomeloniani di Sala d’Ercole che negli ultimi giorni non sono parsi impressionati più di tanto dalla possibilità di un Miccichè bis sullo scranno più alto dell’Assemblea regionale siciliana. 

Da FdI ricordano che è «tutto nelle mani di Ignazio» come se questo da solo dovesse bastare a scacciare eresie e arginare imposture nella coalizione che si stringe attorno a Schifani alla vigilia dell’insediamento della diciottesima legislatura. Eppure La Russa non appare per nulla intenzionato a concedersi distrazioni sulla Sicilia. Continua a tenere il punto su Galvagno che potrebbe essere il primo presidente dell’Ars catanese, ma anche sotto i 40 anni d’età, un prestigioso doppio record da centrare, tiene in serbo almeno due carte di riserva pesanti sulla casella di Catania nel caso in cui si proceda alla revisione della pregiudiziale che in giunta ci possano essere solo deputati eletti all’Ars e ha allertato Giampiero Cannella e Salvo Pogliese sul non retrocedere rispetto alle intese chiuse nell’accordo che ha portato l’ex presidente del Senato a Palazzo d’Orleans.

Su Palermo i meloniani non vogliono fare passi indietro su Alessandro Aricò e dovranno trovare altre soluzioni al rebus di utilizzo che concerne Giuseppe Milazzo e Francesco Scarpinato. Per quel che concerne la quota rosa in giunta nessuno esclude che si possa andare oltre i quattro nomi previsti per legge con una componente di partecipazione ingentilita dalla presenza femminile. Un segno dei tempi da Palazzo Chigi a scendere. Ormai Cuffaro parla in termini di riserva solo per il secondo nome, dando come acquisita la partecipazione di Nuccia Albano, Luisa Lantieri verrebbe apprezzata negli uffici della Funzione pubblica dove ingaggiò da assessore una delle poche battaglie tentate in questi anni per salvare le risorse delle ex Province, mentre nel caso di Elvira Amata e Giusi Savarino solo la scaramanzia separa le due deputate dalla possibilità concreta di ricoprire il ruolo di assessore. In salita invece, fuori dal dossier donne, le chance di Mimmo Turano leghista di centro di nuova generazione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA