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Regione, esce l'assessore Di Mauro ed entra Francesco Colianni: ora il cambio di passo su rifiuti e siccità

Cambio al vertice dell'assessorato regionale all'Energia e ai Servizi di pubblica utilità. Tutti i retroscena

Mario Barresi

09 Aprile 2025, 16:04

regione1

Il giorno dell’addio - annunciato, smentito e poi rimandato, infine deciso - per Roberto Di Mauro è arrivato ieri. L’assessore autonomista ai Rifiuti, in un colloquio «franco, ma disteso» con Renato Schifani, ha consegnato la lettera di dimissioni.

Rispettata in pieno la tempistica concordata dal presidente della Regione con il leader Raffaele Lombardo: «Roberto, prima di lasciare, vuole firmare alcuni atti importanti su cui lavora da mesi». E così è stato: Di Mauro, come da lui stesso confidato, è andato da Schifani a «fare quello che è giusto fare». Cioè lasciare l’assessorato più esposto sulle emergenze siciliane - rifiuti e siccità su tutte - sul quale Palazzo d’Orléans ha più volte chiesto «un netto cambio di passo».

Il successore era stato già designato dall’Mpa nel corso di un vertice a Enna, a margine della presentazione del movimento Grande Sicilia: sarà Francesco Colianni, 40 anni il mese prossimo, ex vicesindaco di Enna, già candidato nel 2022 all’Ars nella lista Popolari e Autonomisti.

Nessun peso, già quando qualche tempo fa Lombardo ha comunicato il nome a Schifani, ha avuto la vicenda giudiziaria del padre del futuro assessore: Paolo Colianni (a sua volta già deputato regionale dell’Mpa nel 2008, dopo l’esperienza nella prima giunta di Totò Cuffaro con le deleghe a Famiglia, Politiche sociali e Autonomie locali) è stato di recente condannato in primo grado a 5 anni e 4 mesi per violenza sessuale su minore nella veste di medico psicoterapeuta.

Il curriculum

Semmai, le residue perplessità erano legate al curriculum di Colianni Jr., apprezzato come amministratore locale, ma senza l’esperienza per gestire un assessorato in affanno, nel quale anche uno con quintali di pelo sullo stomaco come Di Mauro (destinato al ruolo di capogruppo all’Ars, vacante dopo l’arresto di Giuseppe Castiglione) è rimasto ingabbiato.

«Non è un problema: attorno a Francesco - confidano nella stanza dei bottoni lombardiani - costruiremo un cordone di sicurezza, con una squadra all’altezza della sfida». Il che confermerebbe lo scenario, gradito allo stesso Schifani, di un turn over dei dirigenti generali dell’assessorato, entrambi esterni: a rischio sopratutto Arturo Vallone (Acqua e Rifiuti), non scontata la conferma di Calogero Burgio (Energia).

L’altra perplessità è più legata alla geopolitica lombardiana: puntare sull’under 40 Colianni può avere l’effetto collaterale di deludere un altro giovane rampante del vivaio autonomista, anch’esso figlio d’arte, come Luigi Genovese, magari fino al punto di spingerlo (con tutti i voti del padre) fra le braccia di Forza Italia. Anche per questo nel movimento c’è chi avrebbe preferito una scelta meno “innovativa” e più rassicurante. Come il ritorno in giunta dell’ex assessore etneo Antonio Scavone.

Ma ormai i giochi sono fatti. E lunedì Schifani attribuirà le deleghe a Colianni, già presente ieri nell'ufficio di Schifani quando Di Mauro ha rassegnato le dimissioni. Colianni giurerà da nuovo assessore martedì all’Ars.