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"Rimpastino" alla Regione, Schifani a Roma. Ma per il «no» a Turano è gelo con la Lega

Sulla componete FdI in giunta La Russa prende tempo: deciderà Meloni la prossima settimana

Mario Barresi

26 Luglio 2024, 11:16

Schifani

L’esito del tour romano di Renato Schifani è stato interlocutorio. Un rapido giro di consultazioni, mercoledì scorso, per definire gli assetti del “rimpastino” che vorrebbe chiudere entro la prossima settimana.
Ma non sarà facile. Schifani ha definito i conti interni: archiviata la staffetta forzista all’Economia, con Alessandro Dagnino che ieri ha giurato all’Ars, prendendo il posto di Marco Falcone. L’uscente, che coltivava l’ambizione di concertare il suo successore con Palazzo d’Orléans, è rimasto a bocca asciutta. Venerdì scorso il faccia a faccia Schifani-Falcone, concluso con un patto di non belligeranza. In Forza Italia, inoltre, è certa la conferma di Edy Tamajo alle Attività produttive e Giovanna Volo, data in uscita, resterà alla Salute, delega con cui alcuni (Totò Cardinale in testa) avrebbero preferito fosse “promosso” il recordman palermitano delle Europee.

Pogliese spinge per un posto in giunta a Giammusso

In FdI scontate le conferme di Alessandro Aricò (Trasporti) ed Elvira Amata (Turismo), così come la staffetta in rosa al Territorio e ambiente fra Elena Pagana (messa fuori dall’elezione del marito Ruggero Razza a Bruxelles: per lei un nuovo ruolo altrove, ma non subito) e Giusi Savarino, premiata per il recente impegno elettorale, ma soprattutto risarcita del mancato ingresso in giunta nel 2022, quando le fu preferita - su input romano - proprio l’ex grillina ennese. L’altra questione riguarda il primo dei non eletti alle Europee: su Massimiliano Giammusso continua a spingere il senatore Salvo Pogliese, forte dei “precedenti” in cui altri mancati eurodeputati siciliani sono diventati assessori. L’unico posto a cui il sindaco di Gravina potrebbe ambire è quello di Francesco Scarpinato, difeso dalla “corrente turistica” di FdI. Eppure ci sarebbe, raccontano a Roma, un modo per accontentare tutti: Giammusso al posto di Scarpinato, che subentrerebbe, come primo dei non eletti, alla senatrice Ella Bucalo, la quale si dimetterebbe da Palazzo Madama per entrare nel governo da sottosegretaria (all’Istruzione?). Il “domino” soddisferebbe tutti. Tranne Bucalo, che, pur debitrice nei confronti del partito per un altro mancato incastro che nel 2018 tagliò fuori l’allora coordinatore messinese Giuseppe Sottile, non vuole barattare la solidità di uno scranno con un ruolo di governo, prestigioso ma incerto. Di tutto ciò Schifani ha discusso con Ignazio La Russa. «Affronterò con Giorgia la questione della giunta siciliana nei primi giorni della prossima settimana», il rinvio del viceré meloniano di Sicilia.

Turano, cambiare «a tutti i costi»

Matteo Salvini, invece, mercoledì non era nella capitale. E così il governatore non ha potuto sciogliere con il leader leghista l’altro nodo del “rimpastino”: l’intenzione di cambiare, «a tutti i costi», l’assessore Mimmo Turano. «Renato sarebbe disposto ad accettare persino la conferma di Scarpinato, ma su Turano ha alzato un muro», rivela chi l’ha incrociato nei corridoi parlamentari. Un confronto, al Senato, c’è stato con Nino Germanà, neo-commissario leghista e con il predecessore Claudio Durigon, braccio destro del Capitano. Entrambi dal governatore hanno ricevuto la conferma: «Non lo voglio in giunta». E non peserebbe più la “scappatella” elettorale a Trapani, ma il «risultato molto deludente» alla Formazione. Il suo principale sponsor resta Luca Sammartino, che incassa l’ingresso del suo super tecnico di fiducia, il docente etneo Salvatore Barbagallo, all’Agricoltura, col gradimento di Schifani e Salvini. Ma su Turano, confessano fonti leghiste, si potrebbe aprire «una questione sgradevole», soprattutto se fosse l’unico “esodato” della giunta. “Salvate il soldato Mimmo”, è il nuovo film della Lega sammartinana. Che in apparenza non ha un piano B, anche se l’alternativa potrebbe essere organica (Pippo Laccoto) o esterna (Giovanni Cafeo) al gruppo Ars, in attesa di «nuovi arrivi». Se l’opposizione interna riuscisse a sfruttare il niet di Schifani a Turano, la prima scelta resta l’ex eurodeputata Annalisa Tardino, con la capogruppo Marianna Caronia come alternativa.
L’addio di Sammartino alla giunta, sancito dall’interdizione, nelle more di un probabile ricorso in Cassazione, apre anche la questione della vicepresidenza. Che difficilmente resterà alla Lega: è più probabile che Schifani si affidi al meloniano che stima di più (Aricò) oppure che prevalga, nonostante gli screzi di questi anni, l’esperienza del lombardiano Roberto Di Mauro, all’Ars dal 2004, «oggi più utile che mai, quasi indispensabile».