Se la politica augura buona Pasqua in formato 6×3 Il refrain: «Per arrivare a chi non ha i social»
Gennuso usa i loghi istituzionali: «Errore grafico»
Di Luisa Santangelo |
Per la politica, l’equivalente del messaggio d’auguri inoltrato a tutta la rubrica di WhatsApp è il manifesto. In strada, dov’è ben visibile, nei luoghi dove l’elettorato può apprezzarlo. Deve avere pensato a questo il deputato nazionale di Fratelli d’Italia Manlio Messina, con i suoi «Tanti auguri di buona Pasqua» formato extralarge sui cartelloni (digitali e non) a Catania. Stessa riflessione del vicepresidente della partecipata comunale Catania rete gas Massimo Tempio che, in tandem con la moglie Valentina Milici, consigliera del II municipio, sui vecchi cartelloni di banale carta augurano «una santa e serena Pasqua», comprensiva di numero di cellulare per ogni evenienza. Nessun logo per Tempio e Milici, solo quello di FdI (almeno nei manifesti digitali) per Messina.
Per questo il caso del deputato regionale di Forza Italia Riccardo Gennuso è diverso. I suoi volto e firma fanno bella mostra su alcuni cartelloni pubblicitari nel Siracusano: «Serena Pasqua a voi e alle vostre famiglie», è il messaggio, che galleggia sopra a una colomba su sfondo azzurrolibertà. Soltanto che l’onorevole di Rosolini, figlio d’arte, fratello d’un altrettanto appassionato forzista, nei suoi manifesti ha aggiunto tre loghi: quello di Forza Italia, e vabbè; quello della Regione Siciliana e quello dell’Ars. Cosa non proprio ortodossa.Dal 2020, infatti, «Disciplinare per l’uso del logo dell’Ars». Sei pagine di regole, tra le quali si legge: «I singoli deputati e i gruppi parlamentari nello svolgimento delle proprie funzioni hanno facoltà di utilizzare il logo dell’istituzione […] salvo autorizzazione all’uso ad altro titolo». In ogni caso, sono tenuti «a non associare l’identità dell’istituzione, che promana dall’uso stesso del logo, a messaggi non confacenti all’immagine dell’Ars né per attività di propaganda politica».Giacché gli auguri pasquali, ancorché gesto generoso, non sono attività parlamentare, il logo sul manifesto andava autorizzato. «Non ho dato autorizzazioni», afferma – contattato da La Sicilia – il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno. «Certamente è nella facoltà dell’Assemblea e dei singoli deputati augurare buone festività ai cittadini, ma chiederò chiarimenti al deputato». Nel caso del simbolo della Regione Siciliana i vincoli non sono meno stringenti. Lo stemma regionale può essere usato sui materiali di «manifestazioni promosse direttamente dalla Regione». I singoli assessorati, poi, concedono il logo ufficiale coi patrocini. Insomma: passa tutto da un’autorizzazione.«È stato un errore del mio ufficio stampa», ammette il deputato Gennuso. «Ho cambiato grafico – aggiunge – Non ci ho nemmeno fatto caso. Li faccio tutti gli anni, anche per Natale. Ma evidentemente bisogna stare attenti anche a questo, sto già facendo correggere». Un quadratino coprirà i loghi di Ars e Regione, lasciando quello di Forza Italia. «È stato un errore in buona fede, può capitare a tutti», si sincera poco dopo Galvagno. Tutto sommato, non c’è tanto da spendere: per una ventina di manifesti, di varie dimensioni, «mi costa 150 euro». Per la correttezza, questo e altro.