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Sondaggi, a due anni dalle Regionali ecco chi vacilla, chi insidia e chi spicca...a sorpresa

L’indagine, commissionata da Controcorrente, è stata condotta da Swg. Lo stesso prestigioso istituto demoscopico che due giorni fa ha relegato Renato Schifani all’ultimo posto nella classifica di gradimento dei presidenti di Regione di tutta Italia

Mario Barresi

07 Giugno 2025, 10:23

Questo, fra un paio d’anni, sarà soltanto l’“antenato” di tanti altri sondaggi che verranno di qui alle elezioni regionali del 2027. Il primo di una lunghissima serie. Ma è proprio per questo che, pur specificando subito la matrice (il committente è il movimento Controcorrente di Ismaele La Vardera), assume un certo interesse l’indagine condotta da Swg. Lo stesso prestigioso istituto demoscopico che due giorni fa ha relegato Renato Schifani all’ultimo posto nella classifica di gradimento dei presidenti di Regione di tutta Italia.

L'aria che tira

Che aria tira in Sicilia? Schifani, e ancor di più la sua maggioranza, oggi rivincerebbero ancora. Ma con numeri non straripanti, messi in discussione dal 27% di indecisi. E con una “gerarchia interna” in evoluzione: il gradimento del governatore è minore rispetto al presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, e praticamente identico al dato del sindaco di Palermo Roberto Lagalla. Schifani resta l’esponente del centrodestra che gode di maggiore fiducia da parte dei siciliani che lo conoscono, ma il leader che spicca sia nel campione assoluto sia in quello relativo alla riconoscibilità è proprio l’ex “Iena” (ed ex adepto di Cateno De Luca) La Vardera. Il cui movimento, dopo appena tre mesi di attività, viene stimato al 6% come voto di lista per l’Ars.

Il gradimento in quattro punti

Entriamo nel dettaglio. Partendo dalla prima parte del sondaggio Swg: le personalità politiche siciliane. Il gradimento è misurato su una scala di quattro gradazioni di fiducia (molta, abbastanza, poca e nessuna): fra chi conosce i politici in questione il dato premia La Vardera con un indice di 50% (15 molta e 35 abbastanza), che stacca Nuccio Di Paola, referente regionale del M5S, con il 36% (15 molta e 21 abbastanza). Sul gradino più basso del podio c’è il primo nome del centrodestra: Galvagno, che totalizza un buon 35% (8 e 27). Quarto è un altro leader di centrosinistra: Anthony Barbagallo, appena riconfermato, fra le polemiche, segretario regionale del Pd, con 31% (8 e 23). Il governatore forzista è soltanto quinto con il 27% (9 molta fiducia, 18 abbastanza; 31 poca e 42 nessuna). Un dato che, fatte le debite proporzioni, ha come termine di paragone il 42% che nell’estate di tre anni fa lo portò a Palazzo d’Orléans: più assimilabile, invece, è il 25% espresso dalla stessa Swg nella graduatoria di gradimento dei governatori italiani. Schifani, oltre che da Galvagno, deve guardarsi anche da un altro esponente della sua coalizione: Lagalla (Grande Sicilia) lo tallona infatti ad appena un punto, con il 26% di fiducia. Ultimo fra i potenziali candidati sondati nell’indagine commissionata da Controcorrente è Totò Cuffaro: appena il 15%, con il 60 che, fra chi lo conosce, non si fida di lui.

I potenziali elettori

Interessante anche il focus sulla matrice dei potenziali elettori: La Vardera pesca dai simpatizzanti di entrambi gli schieramenti; gli unici a catalizzare preferenze dal fronte rivale sono Lagalla (14% dal centrosinistra), Schifani e Cuffaro (quotati entrambi di un 8% di provenienza progressista); tutti gli altri mostrano un elettorato più fidelizzato.
Il parametro del gradimento viene poi misurato sul campione totale: chi conosce i candidati, ma anche chi non li conosce. In questo contesto Schifani, «in virtù di una notorietà di partenza più ampia», annota Swg, recupera posizioni: si piazza secondo, con il 22%, battuto soltanto da La Vardera che «gode della fiducia di un quarto dei siciliani». Più distanziati tutti gli altri: al 14% Lagalla, al 12% Barbagallo, all’11% Cuffaro appaiato a Di Paola. Chiude la lista, con il 10%, Galvagno, evidentemente penalizzato da una minore riconoscibilità.

Due scenari

Il sondaggio ipotizza poi due scenari per la corsa alla presidenza della Regione. Nel primo Schifani, sostenuto dal centrodestra, totalizza il 40% e supera, ma non di molto, La Vardera (centrosinistra più Controcorrente) che arriva al 37%; si attribuisce il restante 23% a un non meglio identificato «altro candidato», con la tara complessiva del 27% di indecisi. La seconda simulazione vede La Vardera come terzo incomodo in una sfida fra candidati di centrodestra e centrosinistra: anche in questo caso prevale l’attuale maggioranza (43% contro 30%), con il leader di Controcorrente al 10%, dietro «un altro candidato» al 17%.
Infine, le liste. I cui dati, tradizionalmente, sfuggono spesso anche ai sondaggisti più scrupolosi a causa di un voto, chiamiamolo “strutturato”, sottovalutato dalle rilevazioni. Posta questa premessa, Fratelli d’Italia sarebbe il primo partito all’Ars (21%, sei punti in più delle Regionali 2022, con un consenso allineato alle ultime Europee), doppiando nel centrodestra i consensi di Forza Italia (10,5%), seguita da Lega (6%), Dc (5%) e altre liste al 3%. Il totale dell’attuale maggioranza arriva al 45,5%, ma curiosamente (che sia un auspicio politico?) Grande Sicilia-Mpa, attestato al 2,5%, viene computata fuori dalla coalizione. Così come Sud chiama Nord, che tiene botta con un 8,5%. Sommando le percentuali di lombardiani e deluchiani, il perimetro del centrodestra arriverebbe a un abbondante 56,5%. Nel centrosinistra sale il Pd (secondo partito in Sicilia con il 16%) e cala il M5S (12%) con Avs potenzialmente al 5%. Anche in questo caso la sorpresa è La Vardera: la lista Controcorrente peserebbe il 6% (media di una forchetta fra il 4 e l’8%), oltre il quorum per entrare a Sala d’Ercole. Infine, un un approfondimento sul movimento che ha commissionato l’indagine: all’attuale stima si aggiunge un ulteriore 3%; il consenso «potrebbe espandersi - scrive Swg - fino al raggiungimento del 9%». Da dove arrivano questi potenziali elettori? Da chi alle scorse Regionali «ha votato soprattutto De Luca o Chinnici» e alle Europee 2024 ha scelto M5S e “Scateno”, ma anche Forza Italia, o si è astenuto.