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Terzo mandato, cala il sipario: stop dalla commissione, tensione nella maggioranza

Bocciato l’emendamento presentato dalla Lega al ddl in materia di adeguamento del numero di consiglieri e assessori regionali all’esame della Affari costituzionali del Senato

Di Redazione |

L’emendamento sul terzo mandato per i governatori, presentato dalla Lega in Senato al ddl in materia di adeguamento del numero di consiglieri e assessori regionali all’esame della commissione Affari costituzionali del Senato, è stato bocciato.

Il governo si era rimesso al parere della Commissione. Alla fine, a quanto si apprende, sono stati 15 i voti contrari, 5 quelli favorevoli (tre della Lega oltre a quelli di Autonomia e IV) e due gli astenuti, tra cui il presidente Alberto Balboni e Domenico Matera, entrambi di Fdi.

Dunque cala il sipario sul terzo mandato. Forza Italia è rimasta sempre granitica, contrari al terzo mandato dall’inizio alla fine: «E’ una questione di principio, abbiamo sempre detto che non avremmo votato», chiarisce per l’ennesima volta Antonio Tajani, puntualizzando che «il centrodestra non si fonda sul terzo mandato». Matteo Salvini, con poca passione, si era limitato a dire subito dopo che bisognava vedere «il voto in commissione». Ora che il progetto è naufragato resta intatto il nodo che il centrodestra, da mesi, non riesce a sciogliere. A chi spetterà la successione del «doge» Zaia? La Lega rivendica continuità, Fdi il peso elettorale, Forza Italia sta alla finestra. I partiti sul territorio ribollono, le tifoserie restano divise tra chi è convinto che alla fine la spunterà Matteo Salvini, con la candidatura del poco più che trentenne Alberto Stefani, che è già suo vice, deputato leghista e pure segretario della Liga veneta. Sempre che Giorgia Meloni decida di lasciare il Veneto ai leghisti (puntando, in quel caso, sulla Lombardia). L’ultimissima parola la dovranno mettere i leader. Quando, e se, si siederanno al tavolo.

Le reazioni

«Quello che abbiamo sostenuto ieri oggi è stato confermato con il voto sull’emendamento che riproponeva il terzo mandato per le cariche monocratiche: la maggioranza è divisa e i dispetti tra i partiti della destra continuano. Oggi FDI e FI hanno lasciato che la Lega andasse a sbattere contro il no della maggioranza in Commissione Affari costituzionali. L’ipotesi del terzo mandato è definitivamente affossata ma le tensioni dentro la compagine di governo continuano: siamo di fronte ad un Suk in cui si barattano promesse e ipotesi di riforme che dopo quasi tre anni però restano al palo: vale per l’Autonomia differenziata, vale per il Premierato, vale per la separazione delle carriere dei magistrati che stiamo discutendo in Senato ma che non è prevista nel calendario della Camera delle prossime settimane. E intanto il Paese affonda e il Parlamento viene umiliato dalla decretazione d’urgenza e dai voti di fiducia che sono l’unico modo di questa maggioranza per andare avanti». Lo ha detto il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia conversando con i giornalisti a Palazzo Madama dopo il voto in Commissione Affari costituzionali sull’emendamento della Lega che riproponeva il terzo mandato per le cariche monocratiche.

Ci sono state due astensioni da parte di FdI e devo dire che ho apprezzato la disponibilità ad affrontare l’argomento e a trovare delle possibili soluzioni. Non ho apprezzato il muro eretto da Forza Italia. Non è una questione di politica di governo, però non ho apprezzato questo gesto» il commento del ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli a proposito del voto di FdI al termine della seduta della Commissione Affari costituzionali del Senato nel corso della quale è stato bocciato l’emendamento Lega sul terzo mandato.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA