Trenta mesi di Musumeci, la prima relazione di “midterm” del governatore della Sicilia

Di Antonio Giordano / 01 Luglio 2020

PALERMO – Per la prima volta all’Assemblea regionale siciliana si è celebrato il rito della relazione di metà legislatura. Un appuntamento previsto dalla legge ma che, finora, nessuno aveva mai rispettato. E’ stato il presidente della Regione, Nello Musumeci, a relazionare, con un intervento di 90 minuti in cui ha sintetizzato 30 mesi di attività del suo governo in una relazione di 111 pagine redatta per esporre i risultati raggiunti dal suo governo. Un intervento che è stato preceduto da un pensiero dedicato ai “ai 281 morti per Coronavirus in Sicilia”.

Il confronto è partito dalla situazione finanziaria dell’Isola al momento dell’insediamento del governo guidato dal presidente della Regione, alla fine di novembre del 2017. “Una delle prime iniziative è stata l’apertura di un confronto con il governo nazionale sul rapporto finanziaria fra Stato e Regione che ha portato fra l’altro a spalmare il disavanzo in trent’anni e non in tre”: Musumeci ha spiegato come dal suo governo “parecchi obiettivi sono stati raggiunti e che altri attendono di essere attuati nella seconda metà di questa legislatura ma sulle iniziali prospettive programmatiche stanno pesando e peseranno le conseguenze disastrose dell’epidemia influenzale”.

Musumeci quindi ha parlato delle riforme realizzate e dalla situazione finanziaria della Regione, dei 7.746 precari stabilizzati e delle procedure di rinnovo del personale della Regione, all’attenzione sul patrimonio immobiliare con la scoperta di 150 beni da dismettere ma, ha anche aggiunto, “è troppo presto per tentare una prima stima dell’epidemia alla fragile economia della nostra isola. Ci sarà tempo per le analisi degli esperti e i confronti del prima e del dopo”. Musumeci nel corso del suo lungo intervento ha anche parlato dell’istituzione delle Zes, delle iniziative a sostegno del turismo del turismo, dello sport e dello spettacolo, “settori particolarmente colpiti dagli effetti dell’emergenza Coronavirus”. Alla relazione letta in aula dal governatore non hanno assistito i deputati del Movimento 5 Stelle, che hanno lasciato Sala d’Ercole quando Musumeci ha preso la parola. Comportamento questo, stigmatizzato dal presidente dell’Assemblea, Gianfranco Miccichè, alla fine dei lavori. “Una protesta senza senso”.

Prima di chiudere la relazione, un passaggio sul settore dei rifiuti: forse il più duro dell’intero discorso, con il ddl che ancora attende in commissione ma che “ad agosto” potrebbe vedere la luce, sempre secondo il governatore: “Si è costruito e alimentato nel corso degli ultimi decenni nel settore dei rifiuti un sistema per favorire un perverso intreccio tra politica, burocrazia e imprenditoria privata. Perverso perchè obiettivo finale non era assicurare un primario servizio ma si è dato vita ad un pericoloso oligopolio che controlla circa l’80% del ciclo dei rifiuti con politica assente, o per lo meno distratta e qualche volta acquiescente”, ha detto Musumeci.

“La politica a tutti i livelli e in tutti i settori ha potuto procedere all’assunzione senza concorso di migliaia di persone in quel comparto che oggi rende in quest’aula quelle persone il pegno umano su cui trovare l’intesa per portare al voto il ddl sui rifiuti presentato lo scorso anno da questo governo”.

Infine un ringraziamento agli assessori, forse a quietare nuove voci di un possibile rimpasto che riguarderebbero gli esponenti di Forza Italia, “con gli assessori c’è un rapporto di proficua collaborazione, io ho piena fiducia in ciascuno di loro per quello che hanno fatto e per come lo fanno”, ha detto Musumeci. “Sono stati trenta mesi difficili ma esaltanti, abbiamo pianto alcuni colleghi di giunta e dell’apparato amministrativo e gioito per risultati soddisfacenti e significativi. Ma non basta, serve un clima meno avvelenato, meno violenti. Dentro e fuori dal palazzo” questo l’appello finale di Musumeci. “Appello”, ha voluto ricordare, “a tutti e a me stesso per primo” e invitando a “un dialogo e confronto aperto tra governo e assemblea senza pregiudizi e preconcetti nel quale ognuno è nel proprio ruolo ma tutti siano consapevoli che vogliamo cambiare questa Sicilia. Abbiamo ancora del tempo di fronte a noi. Sciuparlo sarebbe un suicidio”. Non era previsto il dibattito in Aula.

L’assemblea tornerà a riunirsi martedì prossimo.

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