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Verso le Regionali: il Pd e Fava aprono alle “primarie” di coalizione, il gelo del M5S

Ci sarebbe la data (9 luglio) ma c'è chi pensa di anticiparle di un mese

Di Mario Barresi |

Il disgelo, dopo aver sciolto il nodo Palermo, era già nell’aria. Eppure ci voleva un incontro dal vivo. Per guardarsi negli occhi, dirsi tutto in faccia. Poco più di un’ora in un bar di Palermo. Peppe Provenzano e Anthony Barbagallo assieme a Claudio Fava per un caffè. Dolce, ma non troppo, come il retrogusto della schiarita: via libera dal Pd alle primarie di coalizione per le Regionali. C’è anche un’ipotesi di data balneare: sabato 9 luglio. Una scelta alla quale si sarebbe arrivati dopo aver scartato – ma non del tutto accantonato – altre soluzioni, come domenica 5 giugno (a una settimana esatta dall’election day del 12) o il 18-19 proprio in mezzo fra primo turno e ballottaggio. Al di là del calendario, la strada sembra segnata. Con reciproca soddisfazione: il Pd riesce a evitare rotture, tenendo dentro il famoso «perimetro» anche Fava, già in campo da un anno, impaziente di misurarsi in una competizione su cui ora c’è l’avallo del Nazareno, espresso dal vice di Enrico Letta. Che ieri stesso avrebbe notificato l’idea a Giuseppe Conte. Oggi, comunque, il segretario regionale dem incontrerà a Catania Giancarlo Cancelleri, di certo il grillino meno entusiasta (diversamente da Dino Giarrusso e Luigi Sunseri, già pronti a correre) delle primarie. Si attende la linea ufficiale in casa M5S. Dove c’è chi continua a rivendicare la golden share sul candidato governatore in Sicilia, senza passare dalle primarie. I cinquestelle, ringalluzziti dai sondaggi, ostentano di aver fatto passi indietro sia a Palermo (Franco Miceli viene visto come una scelta del Pd, nonostante sia stato portato da Conte da un paio di esponenti grillini), sia a Messina (dove è in pista il dem Franco De Domenico, ma dopo il rifiuto di Valentina Zafarana). E ora che c’è l’accordo fra il Pd e Fava che faranno? «Bisogna vedere che ne pensa Conte: ne parlerà con Letta», sibilano perplesse fonti m5s. La scelta di celebrare le primarie assume anche un preciso significato strategico  per il Pd. Barbagallo è da tempo convinto che «noi possiamo schierare i candidati migliori», ma non è un mistero che la prima scelta del partito, l’eurodeputata Caterina Chinnici, non sia entusiasta dell’idea di sottoporsi alla lotteria di gazebo e voto web; contrariamente al collega di Bruxelles, Pietro Bartolo, disponibile anche a competere con gli altri aspiranti giallorossi. La decisa apertura di Barbagallo, comunque mai ostile alle primarie, significa che Chinnici s’è convinta a misurarsi? Oppure la figlia del giudice ucciso dalla mafia s’è tirata del tutto fuori e si punta sul medico di Lampedusa o sull’«asso nella manica» più volte evocato dal segretario?     Ora il dibattito (e il potenziale scontro) sarà sul come organizzare un evento che in Italia non ha precedenti per le Regionali. Ci sarà la doppia opzione di banchetti e piattaforma online? Chi ha il diritto di votare, solo gli iscritti o chiunque lo voglia? E poi, soprattutto, chi può scendere in campo? Ogni forza indicherà un suo nome (e nel M5S magari ci vorrebbero le pre-primarie), oppure ognuno è libero di candidarsi, magari con un certo numero di firme a sostegno? Infine, che spazio c’è per proposte civiche? Domande a cui, dopo il via libera grillino, si risponderà in un «tavolo sulle regole». Con un patto preventivo fra gli sfidanti: «Chiunque vinca, dal giorno dopo i perdenti saranno i migliori alleati per vincere le Regionali». Twitter: @MarioBarresi     

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