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Diocesi di Ragusa, aperto il Giubileo per celebrare il 75esimo anniversario dalla fondazione

Questa sera in cattedrale il vescovo ha tenuto il solenne pontificale

Di Redazione |

Da oggi, 1° ottobre, la Chiesa di Ragusa celebra il suo Giubileo, indetto dal vescovo monsignor Giuseppe La Placa, per celebrare il suo 75esimo anniversario di fondazione e i suoi 70 anni di autonomia. Un Giubileo che si inserisce provvidenzialmente nel solco del Giubileo della Chiesa universale voluto da Papa Francesco. Questa sera, in cattedrale, il solenne pontificale del vescovo che, assieme ai sacerdoti della diocesi, ha dato il via a questo momento speciale (foto Salvo Bracchitta).

Nella lettera alla comunità dei fedeli della diocesi, il vescovo La Placa scrive: “L’anno pastorale che ci apprestiamo a vivere ha per noi un importante valore simbolico, poiché il prossimo 6 maggio 2025 ricorre il 75° anniversario della fondazione della nostra Chiesa locale, da parte di Papa Pio XII. Nel Giubileo ordinario della Chiesa universale, quindi, si innesta quello della nostra Chiesa iblea. È questo un motivo di grande gioia per cui ringraziare il Signore: sono tanti, infatti, i doni e le Grazie che ha concesso a questa Diocesi e a questo territorio, ricco di storia, tradizione, bellezza e fede. Tutti noi siamo chiamati, ancora oggi, a ricordarli, conoscerli e continuare a scriverne, a portarli avanti, ad amarli e custodirli, come anche ad alimentarli”.

“Nella Chiesa particolare «sussiste la sola e unica Chiesa cattolica», in un’intima comunione della quale è espressione. Essa è la porzione di popolo di Dio che viene affidata alle cure pastorali del vescovo, coadiuvato dal presbiterio: riunita dallo Spirito Santo, essa è chiamata ad aderire al suo pastore nella comunione del Vangelo e dell’Eucarestia. Il ministero del vescovo manifesta, nella pienezza della presenza e dell’azione, la Chiesa di Cristo una, santa e cattolica. La sua apostolicità, inoltre, deriva, per trasmissione, dall’autorità del Collegio degli apostoli guidato dal successore di Pietro, come anche il suo insegnamento, che contiene il medesimo deposito di verità. L’antico adagio dice infatti, ubi episcopus ibi eeclesia, ad indicare che nella persona del vescovo è garantita la comunione con l’intera Chiesa di Cristo, cum Petro et sub Petro”.

“La storia della nostra amata Diocesi è caratterizzata da una grande fede, espressa da una genuina donazione al Signore. L’esempio delle beate Maria Schininà (1844-1910), fondatrice delle Suore del Sacro Cuore di Gesù, e della carmelitana Maria Candida dell’Eucarestia (1884-1949), entrambe beatificate da Giovanni Paolo II – rispettivamente nel 1990 e nel 2004 – ci spingono nell’ardore della carità al servizio verso gli ultimi e nella preghiera e contemplazione verso la santa Eucaristia. Le due beate sono l’espressione affiorante di un radicamento forte nell’Eucaristia che, attraverso una spiccata devozione eucaristica è senz’altro uno dei tratti che contraddistinguono da sempre l’identità spirituale della nostra Chiesa locale: ne dà ulteriore testimonianza il grande numero di “santi della porta accanto” (Gaudete et exultate, 7) che, in modo alacre e discreto, hanno impreziosito con la loro fede e la loro santità feriale la vita della diocesi”.

“Anche la testimonianza della venerabile Suor Santina Scribano (1917-1968), delle Suore del Sacro Cuore di Gesù, ha lasciato un segno indelebile nel cuore dei malati e dei sacerdoti che sperimentarono in lei una sorella e una madre. Il cammino della nostra Chiesa locale è stato arricchito anche dalla testimonianza luminosa di tanti sacerdoti, religiosi e religiose, laiche e laici, che con fede e generosità si sono spesi per l’edificazione del Regno di Dio. La stessa teoria dei Vescovi che si sono succeduti in questa sede, ha tracciato un cammino improntato all’edificazione della catechesi, attraverso un’autentica trasmissione della fede”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA