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Disastro Ragusa calcio, dieci partite e penultimo posto in classifica

I numeri non mentono e la deriva sta diventando pericolosa. Il futuro? Serve un bel bagno di umiltà

Di Redazione |

Ragusa, che disastro. Dieci partite, oltre un quarto del cammino, e penultimo posto in classifica, con appena otto punti. I numeri? Non mentono mai. E vediamoli questi numeri: una vittoria, cinque pareggi e quattro sconfitte, l’ultima delle quali subita proprio oggi al Luigi Razza di Vibo Valentia. I calabri si sono imposti con il più classico dei risultati, un goal per tempo. Il Ragusa? Gli osservatori dicono che gioca bene, ma non finalizza. E senza finalizzare, prima o poi, come accaduto oggi, si prende goal. Al di là del valore degli avversari. Oggi è stata la Vibonese, domenica scorsa il Sambiase. E via dicendo.

Purtroppo, tutte le previsioni d’inizio stagione, almeno finora, da parte di chi aveva in qualche modo voluto mettere gli appassionati di calcio sull’attenti, sono state azzeccate. Una squadra raccogliticcia, con pedine presentate come se fossero di un certo peso e che, invece, alla prova dei fatti, si stanno rivelando assolutamente inconsistenti. Incapaci di dare la scossa sul piano dei risultati. L’allenatore? Cerca di fare il possibile, sta provando a dare un’impronta di gioco. Ma, sinceramente, con un gruppo che non sembra avere il sangue negli occhi, diventa difficile riuscire a ottenere continuità sul fronte dei risultati. E se ne sta accorgendo pure lui. La società? Finora ha sbagliato tutto quello che c’era da sbagliare. Sul fronte comunicativo (ma come fa un presidente a dire ai tifosi che legittimamente criticano “Stativi e casi”? Ma chi è che lo consiglia?), dell’organizzazione e del feeling con la realtà iblea. Forse, sarebbe bene riazzerare tutto, fare un bel bagno di umiltà e ripartire da zero. Qui è in discussione la tenuta di un sodalizio a cui i supporters ragusani adesso danno poco credito (lo testimoniano anche alcune clamorose prese di distanza di questi ultimi giorni), rispetto a cui l’amministrazione sta cercando di capire in che modo muoversi (le chiacchiere ormai stanno a zero) per non parlare del fatto che gli investitori che dovrebbero sostenere questo progetto si stanno guardando bene dall’incoraggiare.

Il futuro? La deriva è pericolosa. La tendenza attuale risulta deficitaria. Domenica arriva il Pompei, che oggi ha perso in casa con il Castrum Favara, e sarà un’altra partita in cui occorrerà trovare le giuste motivazioni per salvare il salvabile. Resta qualche minimo spiraglio per salvare questa stagione fino a questo momento fallimentare? Bisogna rivedere molto, a cominciare dalla gestione di questa squadra. Gli occhi dei giocatori azzurri dicono tutto. Occorreranno delle decisioni drastiche. A cominciare dalla testa del gruppo. E quando si parla di testa, si parla di chi prende le decisioni: una persona che non è mai stata presentata ufficialmente al pubblico azzurro e, quindi, di fatto è come se non esistesse. Però, dicono i bene informati, è lui che tira le fila. I risultati dicono che ha sbagliato tutto. Purtroppo, come spesso ama ripetere lo stesso soggetto in questione, il calcio è questo. E bisognerebbe prenderne atto. Chi ha sbagliato così tanto, può continuare a perseverare nell’errore? D’altro canto, i campani che fanno calcio non hanno mai legato con il territorio ibleo (qualcuno ricorderà senz’altro quanto accadde anni fa con l’indimenticato e famigerato presidente Vito) e quanto sta succedendo non fa altro che confermare la regola. Peccato per chi ci è cascato. Ancora una volta.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA