Ragusa – I fischi e i fiaschi. Guerra di numeri e di “magre figure” tra i Cinque stelle ed il Partito democratico. Dopo il flash mob del Pd davanti alla sede del Comune diverse le schermaglie tra le due parti politiche. Da un lato i rappresentanti dem presenti in piazza Matteotti che parlano di evento riuscito con un centinaio di “eroici dirigenti per manifestare contro un sindaco senza maggioranza e senza idee”, dall’altro i consiglieri e gli esponenti pentastellati che non hanno perso l’occasione per sbeffeggiare gli avversari politici in rete, pubblicando foto e relative informazioni delle forze dell’ordine che ridimensionavano, di molto, i numeri dichiarati.

Tra i numerosi commenti dei pentastellati, spiccano l'”eravamo quattro amici al bar” del consigliere Filippo Spadola ed il “flash immobile del Pd” dell’ex assessore Stefania Campo, sempre molto attenta alle dinamiche ragusane ed in prima linea tra i Cinque stelle locali. “Doveva essere un fischio – ha commentato – e invece è stato un fiasco l’appuntamento che i numerosi esponenti politici si sono dati sotto il comune di Ragusa. Per il prossimo flash immobile un consiglio: muoversi di più e criticare meno. La gente vuole fatti non performance da ultrà della curva”.

Critiche mal digerite da Peppe Calabrese, il quale si è speso in prima linea per l’organizzazione della protesta, sebbene abbia parlato di “iniziativa portata avanti senza primogeniture”. Calabrese ha replicato difendendo il proprio punto di vista e ricordando il flop di partecipazioni in occasione dell’evento conclusivo del bilancio partecipato, nonostante fosse un’assemblea pubblica organizzata dal sindaco, dagli assessori e dai consiglieri di maggioranza, rivolta all’intera città e promossa con tanto di manifesti e pubblicazioni. “Ho letto i commenti di qualche grillino illuminato – ha detto il dirigente Pd – che tenta di buttare fango gratuitamente in faccia agli altri. Bene, ha toppato di brutto. Faremo tanti altri flash mob e denunceremo la mediocrità amministrativa dei 5 stelle iblei”. Se guerra di numeri è, in entrambi i casi evidenzia la reale difficoltà della politica di risvegliare sentimenti di aggregazione e di coinvolgere in prima persona i cittadini. Per quanto riguarda il Pd, non può certamente giovare l’evidente spaccatura del partito locale che si riversa sull’elettorato. Per quanto riguarda M5s, occorrerà ritrovare l’affinità con le piazze e con i dissidenti di RagusAttiva. Tutti nodi che verranno al pettine nel corso dei prossimi mesi, in nome di una necessaria sintesi prima delle elezioni regionali alle quali sia Pd che M5S contano di farsi trovare pronti.