Lorys, nove anni fa il tragico omicidio di Santa Croce
La tragica vicenda che scosse l'intera comunità. Nessuna iniziativa programmata per oggi
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Era il 29 novembre di nove anni fa, il 2014. Sul territorio comunale di Santa Croce Camerina fu consumato l'omicidio ai danni di Lorys Andrea Stival. L'unica imputata del reato di omicidio e occultamento di cadavere è stata la madre del bambino: Veronica Panarello, che si è dichiarata inizialmente innocente e poi coinvolta nel delitto, riferendo più versioni diverse su come esso sarebbe avvenuto. Veronica Panarello è stata ritenuta colpevole dell'omicidio e condannata a trent'anni di carcere.
Cosa accadde quel giorno?
Il 29 novembre 2014, verso le 13, alla stazione dei carabinieri di Santa Croce Camerina si presenta Veronica Panarello (nata il 1º novembre 1988), che sporge denuncia dell'avvenuta scomparsa del figlio Lorys Andrea Stival, 8 anni (nato il 18 giugno 2006). La donna dichiara di essere uscita, quella mattina, dalla propria abitazione, sita al civico 82 di via Giuseppe Garibaldi, e di aver accompagnato il figlio a scuola, presso l'istituto "Psaumide" in via dei Fratelli Cervi; le insegnanti, tuttavia, affermano che quel giorno Lorys non si è mai presentato a scuola né è stato visto entrare da nessuno nell'istituto.
Le ricerche vengono subito avviate e, dopo una breve perlustrazione per le strade del centro del paese, si ampliano verso le periferie. Verso le 16 il centralino dei carabinieri del paese riceve una chiamata da Orazio Fidone, un residente del posto pensionato e cacciatore per hobby, che riferisce di aver appena ritrovato il cadavere di un bambino gettato in un canalone nei pressi del Mulino Vecchio, nell'estrema periferia di Santa Croce Camerina. I carabinieri si recano a ispezionare la zona, confermando la presenza di un cadavere. Viene quindi fatta giungere sul posto Panarello, che conferma che il cadavere in questione è quello del figlio scomparso.
Le indagini
In seguito alla scoperta del corpo del bambino, dopo un iniziale sequestro dell'auto del cacciatore che aveva ritrovato il corpo, le indagini proseguono in tutte le direzioni, finché, improvvisamente, si concentrano esclusivamente sulla madre, la quale, dopo un interrogatorio in Procura, viene tratta in arresto con l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere (nella foto sotto la Panarello con il marito durante un incontro in cella).
Il corpo viene preso dalla polizia scientifica per disporne l'autopsia, da cui risulta che il bimbo sarebbe morto tra le 8,30 e le 10 del giorno del delitto per strangolamento. Il corpo presenta anche altri segni di violenza. L'indagine successiva rende chiaro che lo strangolamento sarebbe stato causato da alcune fascette di plastica. Veronica Panarello afferma di aver consegnato a Lorys delle fascette di plastica quel giorno, che il figlio le avrebbe domandato per svolgere un'attività scolastica, tuttavia le insegnanti negano di aver formulato tale richiesta. Il 18 dicembre 2014 vengono officiati i funerali del piccolo nella chiesa principale del paese, a cui però Panarello non prende parte, trovandosi in custodia cautelare.
Le versioni della madre
Per quasi un anno la madre continua a dichiararsi del tutto estranea all'accaduto e a ribadire di aver lasciato, quel giorno, il figlio in prossimità della scuola. Solo dopo dieci mesi di carcerazione, Panarello comincia a rilasciare affermazioni, tutte diverse e poco verosimili, nelle quali dichiara invece di essere stata protagonista dei tragici fatti. La prima versione proposta racconta di un capriccio del bambino, relativo al fatto di non voler andare a scuola, che avrebbe scatenato una reazione negativa da parte della madre. In seguito Panarello fornisce una nuova versione secondo la quale, mentre lei era occupata a lavare i panni in bagno, il figlio, giocando con le fascette, se le sarebbe strette al collo da solo e senza accorgersene si sarebbe strangolato. La madre avrebbe sentito le urla di Lorys ed avrebbe tentato di soccorrerlo solo quando era ormai troppo tardi; temendo la reazione da parte del marito Davide Stival, avrebbe caricato il figlio morto in macchina, lo avrebbe gettato nel canalone del Mulino Vecchio e poi avrebbe nascosto lo zainetto.
Nel 2016 Veronica Panarello fornisce un'ulteriore versione su quanto accaduto, dichiarando che ad uccidere Lorys sarebbe stato il nonno paterno Andrea Stival. La donna riferì di aver intrattenuto una relazione clandestina con il suocero, che Lorys avrebbe scoperto e minacciato di raccontare al padre Davide, pertanto il nonno lo avrebbe ucciso strangolandolo con un cavo elettrico e la madre gli avrebbe stretto le fascette addosso ed insieme lo avrebbero gettato nel canalone; Panarello dice inoltre di non aver mai raccontato ciò in precedenza per paura di ritorsioni da parte del suocero sul figlio più piccolo, Diego Stival, fratello minore di Lorys. Andrea Stival ha respinto tutte le accuse, definendole calunnie e annunciando una querela contro Panarello.
Il processo
Il 17 ottobre 2016, al termine del processo con rito abbreviato condizionato a perizia psichiatrica richiesto dal difensore Francesco Villardita, Veronica Panarello venne condannata a 30 anni di reclusione per omicidio. Il tribunale ha disposto anche il regime di libertà vigilata per cinque anni e il risarcimento delle parti civili riconosciute: 350.000 euro al marito e 100.000 euro a ciascuno dei suoceri. Il 5 luglio 2018 la Corte d'assise d'appello di Catania ha confermato la condanna. Il 21 novembre 2019 la Corte suprema di Cassazione ha confermato la sentenza.
Il 17 ottobre 2023 la Corte d'appello di Catania ha confermato la condanna di Veronica Panarello a due anni per calunnia nei confronti del suocero Andrea, emessa in primo grado dal Tribunale di Ragusa il 17 settembre 2021.
Nessuna iniziativa per ricordare il tragico evento
Il paese in cui è nato Lorys Stival, Santa Croce Camerina, non ha programmato alcuna iniziativa per ricordare la memoria del tragico evento. Nessuna riflessione neppure da parte del sindaco Peppe Dimartino a cui, pure, "La Sicilia" ha chiesto di dire la propria sulla drammatica vicenda.