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Modica, cantiere al cimitero e non riesce a visitare le tombe dei genitori: “protesta” con una poesia

L'intellettuale Domenico Pisana e l'amara sorpresa di questa mattina

Di Redazione |

Una protesta delicata, senza alzare la voce, ma non per questo meno efficace. E’ quella animata dal poeta e intellettuale locale, Domenico Pisana, che, questa mattina, si è recato al cimitero della città di Modica, in cui risiede, per una visita ai miei genitori. “E’ un luogo a me familiare – scrive Pisana in un post su Facebook – proprio perché lo osservo ogni giorno dal mio studio. E’ diventato quasi un luogo amico sulla vallata che mi sta di fronte, perché mi fa sentire vicini mio padre Guglielmo, morto a 64 anni, e mia madre Assunta Carmela, deceduta a 51 anni. Oggi, purtroppo, ho avuto l’amara sorpresa di non poter accedere alle loro tombe. La ditta appaltatrice ha chiuso l’accesso per lavori che attendono da tempo di essere effettuati per cui, non potendo rendere onore ai miei genitori, ho loro dedicato questa poesia”.

In memoria di Guglielmo e Assunta Carmela

Resta l’amaro in bocca per una vicenda che interessa da vicino il cimitero di Modica e rispetto a cui, il riferimento è alle salme tumulate nel complesso Virgilio Failla, l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Maria Monisteri sta cercando di trovare delle soluzioni che, in realtà, non arrivano da anni. Questo, intanto, il testo della poesia che Pisana ha voluto dedicare ai propri genitori (nella foto).

Ora che i vostri volti riflettono

la luce del divino,

vi chiamo

con voce di fanciullo

in questa mattina afosa

bagnata di nubi.

Tu, madre,

vivi nel ritorno da un letto d’ospedale

e memoria non c’è che non rammenti

i petali delle tue mani,

il volto crocifisso dal dolore,

il pallore del tuo corpo martoriato;

e ti rivedo, rimasto solo sul viale di cipressi,

come uno che desideri ancora parlottare.

Tu, padre,

cammini ancora sicuro lungo binari

col berretto madido di rugiada,

all’alba raccogli pendolari

con mani callose,

con il tuo berretto

attraversi storiche carrozze

sulla via che conduce

alla città di Epicarmo ed Archimede.

Angeli messaggeri della notte,

siete qui a riempire

il mio vuoto d’affetti,

le tombe doppiamente chiuse

s’illuminano per istanti

di sogni mai condivisi.

Qui raggomitolo parole mai dette,

risillabo i vostri nomi

prima che altri silenzi

riprendano a farsi il nido,

prima che altre nostalgie

s’accendano e altro dolore si consumi.

Di là da questa terra

voi unite il filo

che ci tiene in vita.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA