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Modica, e se non fosse stato un tentato suicidio?

Gli inquirenti cercano di fare chiarezza sull'episodio accaduto in prossimità di piazza Corrado Rizzone

Di Redazione |

 Interrogatori al commissariato di via Cornelia in merito all’episodio di sangue del modicano di 78 anni ferito con un colpo di pistola giovedì mattina in centro storico a Modica, in piazza Corrado Rizzone, dietro al panificio Fratantonio, dove insiste un vicoletto, a pochi metri da casa. L’uomo ha subìto un delicato intervento di asportazione della milza, dal momento che il proiettile gli ha trapassato l’addome, e si trova ricoverato in terapia intensiva al Maggiore di Modica, costantemente monitorato dai medici. Le sue condizioni sono sempre gravi, ma stazionarie. Dapprima l’uomo sembrava morto, immobile sull’asfalto e pieno di sangue. Ma pochi minuti dopo era stato accertato come fosse ancora in vita ed era stato quindi trasportato in codice rosso in ambulanza all’ospedale, dove, come accennato, si trova ricoverato.

Intanto la polizia ha sentito alcune persone sull’accaduto, le cui modalità non convincono del tutto in riferimento ad un tentativo di suicidio, tra cui un testimone oculare che avrebbe riferito di aver visto il 78enne parlare con una persona pochi minuti prima del ferimento all’addome. Proprio questa persona, tra gli altri, sarebbe stata sentita per alcune ore in commissariato, assieme ad altri soggetti, per accertare, tra l’altro, se l’uomo potesse avere in qualche modo manifestato la presunta intenzione di farla finita, o, viceversa, se possa invece essere stato ferito da qualcuno.

Gli inquirenti ipotizzano difatti in primis un tentato suicidio, ma non escludono a priori l’altra pista di un misterioso soggetto che avrebbe, forse nell’ambito di un diverbio o di un tentativo di rapina, sparato al modicano con la sua pistola, regolarmente detenuta e che teneva nella tasca dei pantaloni, per poi dileguarsi. Nel punto esatto dove è stato trovato l’uomo ferito non ci sono telecamere di sorveglianza e pertanto il lavoro degli inquirenti si sta basando in primis sulle testimonianze, in attesa degli esiti dei rilievi. Non convincono del tutto le modalità di questo presunto tentativo di suicidio: perché l’uomo si è sparato a pochi metri da casa, e non all’interno dell’abitazione stessa, come sarebbe più plausibile? E perché spararsi all’addome, con il rischio di sbagliare il corpo mortale, come nei fatti è effettivamente accaduto? Interrogativi ai quali gli inquirenti stanno cercando di fornire al più presto delle risposte.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA