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Modica, i giornalisti Viviana Sammito e Antonio Di Raimondo assolti dall'accusa di diffamazione aggravata a mezzo stampa per una presunta violenza subita da una 13enne in spiaggia

"Un reato commesso contro ignoti, visto che nell'articolo non era stata resa identificabile neanche la presunta vittima"

Redazione La Sicilia

18 Aprile 2024, 22:14

Di Raimondo e Sammito

I giornalisti modicani Viviana Sammito ed Antonio Di Raimondo sono stati assolti dalla Corte d’Appello di Catania, prima sezione penale, dall’accusa di diffamazione aggravata a mezzo stampa, perché il fatto non sussiste. Sono stati difesi dagli avvocati Giuseppe Lipera e Salvatore Giurdanella. Il collegio giudicante ha anche stabilito di revocare le statuizioni civili disposte in primo grado. Anche il procuratore generale, Angelo Busacca, aveva chiesto l’assoluzione, ma perché il fatto non costituisce reato.
Una vicenda giudiziaria che si trascinava da 11 anni per un caso di cronaca risalente al 2013 e che riguardava una presunta violenza subita da una 13enne nella spiaggia di Marina di Modica la notte di San Lorenzo.

“Una diffamazione contro ignoti, visto che nell’articolo non è stata resa identificabile neanche la presunta vittima” ha rilevato l’avvocato Lipera il quale ha chiesto per la sua assistita l’assoluzione perché il fatto non sussiste e, in subordine, per non avere commesso il fatto.

La giornalista Viviana Sammito, da sempre fiduciosa nella magistratura (anche se in primo grado un Vpo aveva chiesto 7 mesi di reclusione) e sicura della sua innocenza ha rinunciato alla prescrizione e ha reso spontanee dichiarazioni davanti alla Corte. “E’ una vittoria per tutti i giornalisti – ha commentato la Sammito – che esercitano questa professione osservando il massimo rispetto della cronaca dei fatti e la dignità umana. E’ stato un caso giudiziario controverso che finalmente si è risolto come credevo. Dedico questa vittoria alla mia famiglia, che mi ha sempre sostenuta e in particolar modo a mio padre, mio maestro. E, ovviamente, devo tanto all’avvocato Peppino Lipera, che mi ha supportata in questa non facile battaglia".
"Sono felice per questa sentenza, ha detto Lipera, che ha modificato la sentenza di condanna del Tribunale di Ragusa, non solo per la mia assistita Viviana Sammito che ha penato per anni, ma innanzitutto perché è una decisione giusta. La formula di assoluzione, “perché il fatto non sussiste”, è sin troppo chiara ed è vano ogni commento".