25 dicembre 2025 - Aggiornato alle 21:29
×

Omicidio Sauna, ridotta in appello la pena di Guardiano: da 16 a 13 anni di reclusione

La pena è stata concordata tra l'avvocato difensore Daniele Scrofani e il procuratore generale Antonio Nicastro

10 Aprile 2024, 13:39

enzo Sauna

La Terza Sezione di Appello della Corte d'Assise di Catania, presidente Elisabetta Messina, ha riformato la sentenza di primo grado, riducendo da 16 anni di reclusione a 13 anni la condanna ai danni del
vittoriese Salvatore Guardiano per l’assassino di Enzo Sauna (nella foto). La pena e stata concordata tra l'avvocato difensore Daniele Scrofani e il procuratore generale Antonio Nicastro. Omicidio volontario il reato contestato. Secondo l'accusa Sauna, dopo la prima lite, sarebbe salito a bordo della sua motoape – questo avrebbero evidenziato le immagini degli impianti di videosorveglianza – e avrebbe lui raggiunto Guardiano che aveva un coltello.

L'imputato aveva tirato fuori l’arma e colpito più volte Sauna che sarebbe poi morto in ospedale, al Guzzardi, per le gravi ferite che hanno leso organi vitali. In primo grado, nel dicembre scorso, il Gip del Tribunale di Ragusa, Eleonora Schininà, aveva accolto la richiesta di rito abbreviato avanzata dal difensore dell'imputato accusato dell'omicidio di Enzo Sauna, vittoriese di 62 anni, avvenuto a Vittoria il 28 ottobre del 2022. Il pm Martina Dall'Amico aveva chiesto la condanna a 18 anni di reclusione per Guardiano, 58 anni. Davanti al Riesame è caduta l'aggravante dei futili motivi mentre davanti al gip quella della premeditazione. La famiglia di Enzo Sauna si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Alessandro Agnello; per i figli e la moglie di Sauna è stata disposta una provvisionale di 25.000 euro.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti e raccontato dallo stesso Guardiano, dopo la lite davanti alla mensa “Boccone del Povero” nella parrocchia Spirito Santo di padre Beniamino, è stato Sauna a seguirlo e raggiungerlo e non viceversa. Guardiano una volta a terra avrebbe estratto il coltello e lo avrebbe colpito più volte. Secondo la sua versione, però, per difendersi. La Procura inizialmente ha contestato all’uomo l’accusa di omicidio aggravato da premeditazione e da motivi abbietti e futili e con crudeltà verso le persone. All’udienza di convalida, il 2 novembre di due anni fa, davanti al Gip l’imputato ha collaborato e confermato le dichiarazioni rilasciate al pm Dall'Amico subito dopo i fatti. Una lite furiosa durante la quale i due si erano presi a botte davanti al centro di don Beniamino Sacco, al quartiere Forcone di Vittoria, mentre attendevano di potere ricevere un pasto.