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Quote generazionali, il consigliere comunale di Ragusa Bennardo alla XIV assemblea nazionale Anci Giovani: “Garantire un equo accesso alle istituzioni”

"Sembra che la generazione che ci precede abbia fallito nella capacità di dare spazio a tutti noi con ciò che ne consegue"

Di Redazione |

Quote generazionali, un’altra testimonianza di spessore per il consigliere comunale di Ragusa, Federico Bennardo (nella foto), che ha partecipato come relatore alla XIV assemblea nazionale Anci Giovani, tenutasi a Palermo, dal titolo “Un mondo migliore”. “Effettivamente, a giudicare dalle esperienze raccontate dai colleghi di tutta Italia – spiega Bennardo – c’è proprio da essere ottimisti. Mi chiedo cosa accadrebbe se fosse garantito loro un equo accesso alle istituzioni. O, meglio, se i partiti lasciassero sempre che siano i cittadini a decidere chi debba rappresentarli”. Nel suo intervento, Bennardo ha spiegato: “Nelle elezioni politiche del 1976, la partecipazione al voto è stata di oltre il 93% degli aventi diritto, alle elezioni politiche del 2022 ha votato circa il 60% degli aventi diritto. Se poi parliamo degli under 35, la quota degli aventi diritto recatisi alle urne scende al 50%. Ai giovani la politica non interessa? Mi sembra che non sia così. Sembra, piuttosto, che la generazione che ci precede abbia fallito nella capacità di dare spazio a tutti noi con ciò che ne consegue. A testimoniarlo sono i dati Svimez che rivelano che, in dieci anni, oltre 1,7 milioni di giovani hanno lasciato il Sud Italia per le grandi città alla ricerca di una formazione o un lavoro migliore”.

“La nostra proposta di legge sulle quote generazionali – prosegue ancora Bennardo – porta il nome di Guglielmo Minervini, assessore del governo Vendola, in Puglia dal 2005 al 2016 che ha dimostrato, sul fronte delle politiche giovanili, un’azione meritoria e parte dal presupposto che quando a scegliere sono gli elettori, e parlano le geografie dei consigli comunali, i giovani sono sempre premiati. Quando invece ai giovani deve essere dato loro spazio, questo non avviene quasi mai, basti pensare ai posti in giunta o alla loro percentuale nelle liste bloccate per la Camera dei Deputati. Oggi far politica per un giovane è qualcosa di più difficile se aggiungiamo la mancanza di tutele per gli studenti impegnati nella cosa pubblica o la ridotta disponibilità economica a cui sono soggetti. Un sistema, insomma, che così come concepito non premia i più giovani che invece sono sempre più indispensabili per la crescita complessiva di un territorio”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA