Ragusa, Cassì commenta la propria adesione a Forza Italia: "Una scelta di opportunità e ci ho messo la faccia"
Dopo i commenti che sono risultati divisivi, il primo cittadino chiarisce ancora le ragioni di questo percorso
"La scelta di aderire a Forza Italia, come prevedibile, è stata quantomeno divisiva. Anche qui sui social i commenti negativi pareggiano i like, e non sono solo quelli dei soliti che criticano a prescindere". Lo dice il sindaco Peppe Cassì in un post sui social pubblicato in serata.
"Molti di questi - continua - parlano di “tradimento”, un sentimento comprensibile: chi mi ha votato due anni fa lo ha fatto dopo aver valutato e apprezzato il lavoro del primo mandato, ma lo ha fatto anche scegliendo un sindaco civico di idee moderate, non un partito di area moderata. Non è la stessa cosa. Quando mi sono candidato per la seconda volta, lo ribadisco, non c’è stato “inganno” perché non pensavo al mio futuro né prevedevo di aderire a un partito. Se da qualche settimana l’ho fatto, come ho già detto, è perché un partito è necessario per proseguire la mia esperienza politica su altri livelli istituzionali, per far crescere un progetto e una squadra, per avere l’opportunità di rappresentare Ragusa in altri contesti".
"È stata una scelta di opportunità (come d’altronde è ogni scelta politica); opportunità che mi è stata offerta praticamente da tutti i partiti, da destra a sinistra. Ho scelto non quello che mi desse più garanzie di successo, ma quello in cui più mi ritrovo e quindi a cui più posso dare un contributo: un partito di centro, moderato, europeista, liberale. Credo che nessuno possa dirsi sorpreso del fatto che io mi riconosca in questi valori. Visto da quest’altro lato, ecco che il concetto di “tradimento” prende un’altra prospettiva: chiudere con il secondo mandato questa esperienza politica (visto che non può essercene per legge un terzo), smettere di lavorare per Ragusa, non far crescere la nostra squadra e il nostro progetto, non avrebbe forse significato tradire chi ha investito su di me e su di noi per migliorare la città? Tradire chi mi chiede (e sono tanti, credetemi) di andare avanti?".
"Credo allora che la vera scelta “opportunistica” - continua il primo cittadino - sarebbe stata quella di far finta di niente, negare fino all’ultimo l’intenzione di proseguire per poi scegliere poco prima delle elezioni il partito più comodo, quello con i migliori sondaggi. Quello avrebbe voluto dire “prendere un taxi”, come qualcuno ha detto. Invece per tempo, mettendoci la faccia, dando notizia di ogni passo, ho scelto di avviare un percorso che in future elezioni sarà sottoposto al giudizio della gente: se i ragusani riterranno ancora una volta che ho lavorato bene, se penseranno che posso ancora essere utile per Ragusa in altri contesti, mi daranno il loro sostegno. Diversamente andrò a casa, come vuole la democrazia. Accetto ogni commento e ogni critica, faccio solo più fatica con quelli di politici che nella loro storia sono passati non da un civismo moderato a un partito moderato ma da destra a sinistra e da sinistra a destra. E non lo dico per me, lo dico per loro".