Ragusa e la morte dell'ucraina trovata distesa nuda su un letto
L'episodio è accaduto al quartiere Carmine. Dopo cinque anni, si insegue ancora la verità
Sono passati più di cinque anni dalla morte di Larysa Lysenko, la cittadina ucraina trovata cadavere distesa nuda su un letto in una casa del quartiere Carmine a Ragusa.
Alla sbarra davanti al Tribunale di Ragusa un ragusano, accusato di aver somministrato alla donna un mix letale di alcol e farmaci al fine di abusarne sessualmente.
L’ uomo è difeso dall’avv. Luca La Cava che alla scorsa udienza ha richiesto e ottenuto dal Tribunale una perizia per attestare la capacità d’intendere e di volere del proprio assistito.
Il dott. Giuseppe Asaro, incaricato dal collegio, ha depositato la propria relazione affermando che l'uomo è sempre stato pienamente capace d’ intendere e di volere ed è in grado di partecipare al processo.
Il marito della donna si è costituito parte civile con l’avvocato Michele Savarese. Su di lui all’inizio delle indagini, gli inquirenti avevano rivolto i propri sospetti ma subito ne era stata accertata l’estraneità ai fatti.
Il processo è stato rinviato al prossimo 21 novembre, data in cui verranno sentiti i testimoni della Procura della Repubblica, ovvero il personale della Questura di Ragusa che ha svolto le indagini.
“E’ una bruttissima vicenda - afferma l’avv. Savarese - che ha sconvolto non solo i familiari della vittima ma anche il quartiere Carmine, dove la donna fu ritrovata morta. Purtroppo Larysa è morta a ridosso dell’inizio della pandemia causata dal virus Covid 19 e ciò ha inevitabilmente rallentato l’ iter processuale. Dopo cinque anni inseguiamo la verità”.