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Ragusa, è morto il grande artista Franco Cilia

Aveva 83 anni. Era uno dei personaggi più illustri che la città ha espresso

Redazione La Sicilia

05 Febbraio 2024, 23:17

Cilia_prima

La città di Ragusa, il mondo dell'arte della provincia iblea e nazionale, piange la scomparsa del grande artista Franco Cilia. Ottantatré anni, nato nel capoluogo nel 1940, Cilia, pittore e scultore, e non solo, si è spento in serata per gli effetti tragici di una breve malattia. E' stato uno degli esponenti artistici più in evidenza della città.

Fin dagli anni ’60 la sua ricerca ha affrontato la tematica della frantumazione dell’Io e del rapporto dell’uomo con il suo doppio, cercando ciò che si muove dietro il visibile, nel tratto immaginativo di Turner. Negli stessi anni sviluppa parallelamente i suoi interessi per la scultura, svelando il mistero antropomorfo delle pietre della terra iblea, come espressione profonda e sotterranea dell’anima siciliana, per approdare nell’ultimo decennio al legno, ferro e acciaio per comporre i suoi monumenti.
L’esplicita vocazione artistica di Cilia si è comunque sposata, fin dalle sue origini, con un interesse polivalente per la scrittura, che ha spaziato, nel decennio degli anni ’70, dall’articolo di critica e di costume all’invenzione letteraria vera e propria.

Gli anni ’80 sono caratterizzati artisticamente dal ciclo della “trasfigurazione allusiva” trovando consensi nei vari punti attivi della vita artistica internazionale, da Madrid a Parigi, da Lisbona a Copenaghen, da Istanbul a San Paulo del Brasile e a Città del Messico, da Campinas a Brasilia, per chiudersi a Oporto, Colonia e Weimar, con il ciclo centrato sulla sua stessa morte “Cilia Ist Tot”.

Dal ’92 la sua ricerca formale s’è rivolta alla risoluzione della figura in elementi cromatici e dinamici del divenire sociale (cfr. il ciclo Nuovi Confini d’Europa – Gianni Baget Bozzo e Totò Stella), cosmico (cfr. il ciclo dell’Apocalisse) e psichico.
In questi anni ha sperimentato sul piano letterario anche nuove vie, e ha partecipato attivamente alla vita artistica con articoli – anche di costume – su varie riviste e quotidiani, affrontando tematiche filosofico-esistenziali, come “Via San Vito 44” o il dialogo con Fortunato Pasqualino negli “Orecchini di Platone smarriti durante la danza del filosofo.”
Dalla metà degli anni Novanta si apre un nuovo ciclo di opere che, su traccia di Federico Zeri e Mario Luzi, vedono come principale protagonista il cielo e i suoi dinamismi di luce. Qui la dissolvenza delle forme e il prevalere del colore puro in una immersione totale nella luce cosmica, è stato rilevato da diverse angolazioni e analisi critiche, tra gli altri, Carmelo Arezzo, Floriano De Santi, Rossana Bossaglia, Claudio Strinati, Giorgio Di Genova, Carlo Fabrizio Carli, Luigina Bortolatto, Aldo Cazzullo, Emanuele Severino, Leonardo Sciascia, Gesualdo Bufalino, Carmelo Mezzasalma, Totò Stella, Andrea Guastella, Francesco Solitario, Alessandro Ghisalberti, Elena di Dio, Ennio Bispuri, Pippo Puma.

L’uso contemporaneo di diversi registri evidenzia spesso una inquietudine di ricerca che nel suo dinamismo artistico e nella sua ricerca produce opere sempre diverse e sempre nuove, in forte contrasto con una concezione di arte come decorazione o puro sperimentalismo, e in sintonia, invece, con un’arte intesa come strumento di conoscenza.
Tra le sue scritture di rilievo il dramma È ancora Natale?, realizzato con la sua regia a Chiaramonte Gulfi, nella settecentesca chiesa di S. Giuseppe (1983) e a Clermont dell’Oise (1984), nella Cattedrale di Saint Samson (Francia); Innocenza ( 1995), “Oltremare” (1997); Ritratto post mortem (1999), e il già citato Gli Orecchini di Platone (antologia del Premio Fortunato Pasqualino, 2009). Nello stesso anno è stato pubblicato il romanzo Elena, Ginevra 2012, Ginevra parte II 2015, mentre sono in corso di pubblicazione il romanzo Via San Vito44, con prefazione di Aldo Cazzullo e Ennio Bispuri. Da ricordare le performance recitative, In cui l’artista riesce a coniugare, con lo strumento della voce, una saldatura tripla fra l’invenzione del racconto, i fatti del vivere e la profondità dell’anima: così nel monologo tratto da Ritratto post morten presso l’atelier Ennio Calabria, Roma 2002 e presso l’Istituto Ettore Majorana, Ragusa 2002; nella drammatizzazione teatrale Processo a Cilia, presso le Le Venezie, Treviso 2007; nel cortometraggio Dalle pietre antropomorfe al canto delle stelle, prodotto da Tele Nova, Ragusa 2007; nell’omaggio a Carmelo Ottaviano presso l’Università Cattolica di Milano e dell’Università di Catania, performance ripresa ed edita nel Viaggio di un filosofo”, in DVD, realizzato nello studio Audio Visivo “La danza delle dita” di Peppe Arezzo, 2009, su testi rielaborati da Franco Rando. Con la regia di Franco Giorgio e la musica di Peppe Arezzo realizza il C D “Elena”, dando voce con Elvira Nobile ai protagonisti del romanzo. Sempre con regia di Franco Giorgio e musica di Peppe Arezzo debutta con Valeria Iacono in “Ginevra”. “Processo a Cilia” viene riproposto a Ragusa al Teatro Donnafugata nel 2014, con di Peppe Arezzo, Emanuela Curcio, Valeria Iacono, Chiara Bentivegna, Elvira Nobile, Giovanni Cultrera, regia di Franco Giorgio. Nella Chiesa di San Antonio da Padova a Modica nel 2014, firma la regia e recita con Francesca Guccione e Sefora di Rosa in omaggio a Santa Cecilia.