Ragusa, l’azienda che riciclava plastica e frodava il fisco

Di Redazione / 09 Febbraio 2022

I finanzieri del Comando Provinciale di Ragusa hanno sequestrato di beni e risorse economiche per un valore pari a circa 1.500.000 euro nei confronti di quattro persone e due società operanti nel settore del recupero e trasformazione di materiali plastici.

Le indagini svolte dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Vittoria – con il coordinamento della Procura di Ragusa – hanno portato alla luce un articolato sistema di operazioni commerciali, ritenute dagli investigatori di natura fraudolenta in quanto finalizzate ad ottenere indebiti risparmi di imposta a scapito di una società poi fatta fallire.

Più in dettaglio, i due principali indagati, appartenenti al medesimo nucleo familiare e già noti per essere stati colpiti recentemente da provvedimenti di custodia cautelare relativamente ad altri illeciti commessi nel settore del riciclaggio di rifiuti plastici, sono stati ritenuti i reali beneficiari di transazioni che prevedevano l’emissione di fatture per operazioni inesistenti nei confronti di altre società, tutte di fatto a loro riconducibili, per un valore superiore ai 4 milioni di euro.

Secondo le Fiamme Gialle iblee tutto serviva per ottenere, grazie alla iscrizione di costi fittizi, un indebito risparmio d’imposta in capo alle società produttive destinatarie delle fatture per operazioni inesistenti, facendo così traslare sulla società fallita oneri fiscali che, al pari dei contributi previdenziali riferibili a tutti i dipendenti, venivano così omessi e non pagati.

I molteplici riscontri effettuati e comunicati al Tribunale di Ragusa hanno permesso così di denunciare le quattro persone, per i reati di emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e di bancarotta fraudolenta.

Il G.I.P. del Tribunale di Ragusa, ha accolto la richiesta della Procura e ha emesso il provvedimento di sequestro preventivo per 1,5 milioni.

Le Fiamme Gialle hanno così sequestrato delle somme rinvenute sui conti correnti riconducibili agli indagati nonché 16 fabbricati e 13 terreni) e 2 autovetture.

Pubblicato da:
Fabio Russello
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