Attualità
Ragusa, presentati i risultati di un progetto innovativo per la gestione fitosanitaria della filiera delle ortive
All'iniziativa anche l'assessore regionale Salvatore Barbagallo
L’integrazione delle conoscenze nell’ambito della patologia vegetale con particolare riferimento a virus e batteri che interessano le solanacee, con pratiche di gestione integrata e diagnosi precoce, congiuntamente all’approccio informatico. E’ uno degli obiettivi che si è posto il progetto Network di mini laboratori per la gestione fitosanitaria della filiera delle ortive i cui risultati finali sono stati presentati nel corso di un incontro ospitato nella sede degli Ordini dei dottori agronomi e dottori forestali di Ragusa.
La fase illustrativa del progetto, presentato ai sensi della sottomisura 16.2 “Sostegno a progetti pilota e allo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie” del Psr Sicilia 2014-2022, realizzato dalla Prosea srl d’intesa con il consorzio di ricerca per lo sviluppo di sistemi innovativi agroambientali e il sostegno dell’assessorato regionale dell’Agricoltura, è stata caratterizzata dalla prestigiosa presenza dell’assessore regionale dell’Agricoltura, Salvatore Barbagallo, il quale, tra le altre cose, si è soffermato sulla programmazione riguardante il Psr 2014-2022 chiarendo che “ormai siamo ai saluti finali”, perché “dopo avere fatto il punto della situazione con i vari ispettorati a Palermo per capire a che punto siamo con la spesa, e dopo un confronto con Bruxelles, è stato determinato che non c’è possibilità alcuna di derogare al 31 dicembre di quest’anno, quindi tutti i percorsi in essere dovranno essere necessariamente completati entro quella data”.
L’assessore ha poi spiegato che si stanno attuando specifiche politiche perché si pretenda che “tutti i prodotti che arrivano in Italia, compresa la Sicilia, abbiano gli stessi requisiti e le stesse condizioni di produzione richiesti ai nostri operatori. E’ incomprensibile questa marcia a due velocità che ci penalizza oltremodo”. Tra i saluti istituzionali quelli del sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, che ha parlato del valore dell’agricoltura per il territorio ibleo, e del dirigente dell’Ispettorato dell’Agricoltura di Ragusa, Giorgio Carpenzano, che, invece, si è soffermato sull’azione svolta sul territorio per venire incontro alle innumerevoli esigenze degli operatori in un periodo molto delicato per l’agricoltura locale. A portare i propri saluti anche il presidente dell’Ordine, Giuseppe Dipietro, e il direttore del capofila del progetto, il Centro Seia Srl, vale a dire Emanuele Nobile. I docenti universitari Salvatore Walter Davino e Stefano Panno, entrambi del dipartimento di Scienze agrarie dell’Università degli studi di Palermo, e l’agronomo Giovanna Causarano, responsabile ricerca e sviluppo del centro Seia, hanno chiarito l’attività di un progetto che si propone principalmente di creare una rete di mini laboratori gestiti in remoto per raggiungere l’obiettivo di minimizzare l’impatto delle malattie sul territorio e ridurre al minimo l’impatto ambientale, attraverso la diagnosi precoce. E questo è accaduto con l’istituzione di una filiera con particolare riguardo al pomodoro, costituita da vivai, aziende agricole e Op, dall’analisi ex ante sulle sementi di pomodoro in entrata, senza dimenticare l’organizzazione di incontri con i soggetti in questione per istruirli sulle azioni profilattiche.
Inoltre, i mini laboratori sono stati interconnessi a un laboratorio centrale accreditato ed è stata attivata l’impostazione e la progettazione di strumenti diagnostici specifici, sensibili e rapidi basati sul test di amplificazione isotermica o su amplificazioni in tempo reale del genoma o parte di esso dei principali patogeni, sulla base dei risultati delle indagini e delle informazioni degli stakeholder. In questo modo si vogliono dotare le filiere e gli operatori di strumenti in grado di garantire la riduzione dei rischi corsi dall’agricoltore nei confronti delle avversità biotiche e abiotiche.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA