Tentata violenza sessuale a Ragusa, la difesa fa ricorso al Riesame: "Il nostro assistito non c'entra"
I legali dell'albanese di 26 anni fanno sentire la propria voce
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Si è rivolto al Tribunale del Riesame l'avvocato difensore del cittadino albanese di 26 anni posto in stato di fermo dai carabinieri di Ragusa, coordinati nelle indagini della Procura della Repubblica del capoluogo ibleo, poiché ritenuto responsabile di violenza sessuale aggravata ai danni di una sedicenne araba, reato commesso intorno alle 12.15 del 24 gennaio scorso nei pressi di Villa Margherita a Ragusa. L'avvocato Michele Savarese ha presentato due istanze.
Una al Riesame di Catania per chiedere la revoca della misura cautelare in carcere ed una al Riesame di Ragusa per ottenere la revoca del sequestro degli oggetti sequestrati a casa del giovane, tra cui un giubbotto nero che l'albanese - per l'accusa - indossava quando avrebbe commesso il reato. L'indagato ha negato ogni addebito. Per la Procura e per i carabinieri ad inchiodarlo è stata la vittima che lo ha riconosciuto con certezza quando ha incrociato il suo sguardo all'interno degli uffici del comando provinciale dell'Arma. La ragazza ha detto di essere certa che fosse lui l'uomo che aveva tentato di violentarla e di avere percepito un segno di minaccia dal suo sguardo quando l'ha vista in caserma. Il gip del Tribunale ha contestato all'indagato la violenza sessuale consumata. L'uomo, infatti, si era già denudato e si era messo sopra la vittima avendo un contatto fisico diretto con la stessa non riuscendo a violentarla per l'intervento di una donna accorsa in aiuto della studentessa dopo avere sentito le urla.