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Vittoria, rapina al Montepaschi: un patteggiamento, un’assoluzione e tre rinvii a giudizio
Il procedimento penale nei confronti dei tre vittoriesi arrestati nell'ambito dell'operazione Time Lock e di due imputati minori
E’ finita con un patteggiamento della pena pari a 5 anni di reclusione, un’assoluzione per la vecchia insufficienza di prove e tre rinvii a giudizio il procedimento penale nei confronti dei tre vittoriesi arrestati nell’ambito dell’operazione “Time Lock” messa a segno dalla polizia di Stato e di due imputati minori a cui era stato imposto l’obbligo di dimora a Comiso e Catania. I tre vittoriesi sono accusati, in concorso con altre persone, della rapina (nella foto) ai danni della Banca Monte dei Paschi di Siena di Vittoria del 26 novembre 2021. Si tratta di un uomo di 53 anni, uno di 43 anni, entrambi difesi dall’avvocato Matteo Anzalone, e di un quarantacinquenne, assistito dall’avvocato Santino Garufi. Ai tre viene contestato anche il reato di ricettazione dei due scooter utilizzati per la fuga dopo la rapina, ovvero un motociclo Honda Sh rubato a Tremestieri Etneo la notte tra il 2 e 3 novembre di tre anni fa ed un motociclo Yamaha rubato a Vittoria il giorno prima del colpo.
A patteggiare la pena per il quarantacinquenne è stato l’avvocato Garufi che ha ottenuto il via libera dal pm Silvia Giarrizzo. Nel novembre scorso il collegio difensivo aveva fatto istanza al giudice Eleonora Schininà di aggiornare i lavori visto erano previste udienze davanti alla Suprema Corte di Cassazione per analizzare la richiesta di revoca della misura cautelare in carcere dei tre. Istanze tutte respinte. L’operazione è stata messa a segno dal personale della Squadra Mobile e del Commissariato di Polizia di Vittoria. Sotto processo anche un ventiduenne di Comiso, difeso dall’avvocato Raffaele Catalano, rinviato a giudizio davanti al Tribunale di Ragusa per il 12 marzo così come i due vittoriesi difesi dall’avvocato Anzalone. Assolto un trentacinquenne di Catania, assistito dall’avvocato Francesca Marta D’Angelo. Il pm aveva chiesto la condanna a 5 anni. Le indagini hanno permesso l’identificazione di una guardia particolare giurata in servizio presso un ospedale di Catania, conoscitore dei sistemi di sicurezza delle banche che per l’accusa, oltre a fornire le armi e particolari sulla vulnerabilità degli istituti bancari, ha ricoperto il ruolo di trait-d’union tra i rapinatori catanesi (probabilmente gli autori materiali) ed i vittoriesi. Il colpo fruttò circa 70.000 mila euro. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA