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Nell'Agrigentino

Casi di tubercolosi a Licata, sei malati in una settimana

Giuseppe Capodieci, direttore generale dell’Asp di Agrigento invita al non allarmismo

Di Rita Baio |

La “grande peste bianca” arriva nell’Agrigentino, più precisamente a Licata dove 6 persone, nell’arco di una settimana, hanno contratto la tubercolosi, oggi considerata una malattia endemica anche sul nostro territorio. Il primo soggetto si trova ricoverato al Malattie infettive al Policlinico di Palermo, altre due persone sono sottoposte a terapie farmacologiche, mentre per tutti il Dipartimento di Prevenzione dell’Asp, ha attivato le procedure di profilassi. Abbiamo affrontato l’argomento con Giuseppe Capodieci, direttore generale dell’Asp.

Come si manifesta la tubercolosi?

«Colpisce in genere i polmoni e si manifesta con tosse, escreato striato di sangue, febbre e perdita di peso ma attenzione, perché i sintomi possono rimanere celati per diversi anni. Le forme iniziali sono curate con gli antibiotici ma, quando la malattia è trascurata, possono formarsi delle cosiddette caverne nel polmone».

Come si contagia?

«La malattia si contrae attraverso le goccioline di saliva emesse da un soggetto affetto da tubercolosi, quindi avviene per via area, con il quale si ha un contatto prolungato nello stesso ambiente. Si stima per tempo di circa due-tre ore nella stessa stanza. La promiscuità, gli ambienti malsani, scarsa igiene ad esempio, sono fattori che ne favoriscono il contagio».

Cosa può fare in caso di contagio?

«Sottoporsi ai test cutanei. In caso di positività, si procede con le indagini diagnostiche, visita medica e specifica terapia antibiotica».

Quando diventa letale?

«In stadi molto avanzati e spesso trascurati. Nei primi anni del ‘900 era considerata come una sorta di peste. Con l’avvento degli antibiotici e, soprattutto, con il ripristino delle condizioni di salubrità degli ambienti e con la scarsa promiscuità è stata, negli anni, debellata».

La tubercolosi di oggi è uguale a quella del ‘900?

«Oggi ha aspetti più subdoli. Negli anni ’60 e ’70 per la lotta alla tubercolosi, erano anche nati dei dispensari o dei consorzi antitubercolari e i pazienti affetti da tubercolosi, oltre alle terapie mediche, ricevevano anche un indennizzo economico».

Ci si può vaccinare contro la tubercolosi?

«Il vaccino è solitamente riservato alle categorie a rischio».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA