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Gimbe, sanità insufficiente in Sicilia per le cure pubbliche: la regione è penultima in Italia

Rispetto al 2022 (anno in cui la Regione è risultata comunque inadempiente), nel 2023 il punteggio totale della Regione è peggiorato (-11)

Redazione La Sicilia

03 Settembre 2025, 11:32

Sanità

In Sicilia nel 2023 il punteggio totale degli adempimenti della Regione ai Livelli essenziali di assistenza (Lea), ovvero le prestazioni che il Servizio sanitario nazionale eroga gratuitamente o tramite il pagamento di un ticket, è di 173 (punteggio max 300). Secondo l’analisi Gimbe la Sicilia si posiziona penultima tra le regioni e province autonome ed è risultata inadempiente secondo il Nuovo sistema di garanzia (Nsg) con un punteggio insufficiente in due delle tre aree monitorate (prevenzione collettiva e sanità pubblica e assistenza distrettuale).

Rispetto al 2022 (anno in cui la Regione è risultata comunque inadempiente), nel 2023 il punteggio totale della Regione è peggiorato (-11).
In dettaglio, dalla valutazione dei 26 indicatori del Nuovo sistema di garanzia, suddivisi in tre aree (prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale ed assistenza ospedaliera), la Regione si colloca ventunesima per l'area della prevenzione, diciannovesima per l’area distrettuale e tredicesima per l’area ospedaliera.

Classifica per macro-area. Al di là dei criteri che stabiliscono se una Regione sia adempiente o meno, i punteggi ottenuti nelle singole aree restituiscono classifiche differenti, utili a individuare punti di forza e criticità nell’erogazione dei Lea. "Alcune Regioni (Campania, Emilia-Romagna, Toscana, Piemonte, Veneto, Umbria), indipendentemente dal livello delle loro performance, si collocano in posizioni simili nelle tre aree, documentando uniformità nell’erogazione dell’assistenza. Altre Regioni prosegue il report - mostrano forti squilibri nel posizionamento tra le tre aree: in particolare Calabria, Valle D’Aosta, Liguria, Provincia Autonoma di Bolzano". "Queste differenze - spiega il presidente - indicano che, anche dove si raggiunge la soglia di sufficienza, persistono marcati squilibri nella qualità dell’assistenza. Ma una sanità che funziona bene solo in ospedale o solo sul territorio non può considerarsi realmente efficace, né tantomeno in grado di rispondere ai bisogni delle persone".

«I dati resi noti dal ministero della Salute in merito alla valutazione dei livelli essenziali di assistenza del 2023 purtroppo non sono una sorpresa. La Sicilia si posiziona ancora una volta nelle ultime posizioni, penultima in Italia, confermando un declino inarrestabile del nostro servizio sanitario regionale. Questo risultato è la chiara dimostrazione dell’inadeguatezza delle politiche sanitarie messe in atto finora». Lo afferma Luisella Lionti, segretaria della Uil Sicilia.
«L'Isola arranca, penalizzando i suoi cittadini e negando il diritto fondamentale alla salute. Lo chiediamo da troppo tempo: servono risorse adeguate per rafforzare le strutture, assumere personale medico e paramedico e migliorare l’organizzazione dei servizi. I continui tagli e la gestione approssimativa non sono più sostenibili», conclude.