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Il neurologo: «Concentrarsi nella lotta al virus ma attenzione al contagio sociale, l’ansia è pericolosa»

Di Redazione |

ROMA – L’epidemia del coronavirus ha determinato una sorta di follia collettiva ispirata dalla contagiosità della paura. Ma questa ‘sincronizzazione emotiva di massà può avere anche effetti positivi e spingere tutti a ‘concentrarsì sullo stesso obiettivo: la sconfitta del virus. Ne è convinto il neurologo Piero Barbanti, responsabile del Centro per la diagnosi e la cura delle cefalee e del dolore dell’Irccs San Raffaele Roma-Pisana.

In queste ore si vedono lunghe file all’ingresso dei supermercati, «proprio nel momento in cui le autorità invitano al distanziamento sociale – continua Barbanti – ora assistiamo allo slatentizzarsi di comportamenti ansiosi e ossessivi in alcuni soggetti predisposti che nulla hanno a che vedere con le necessità reali. Il rischio grave è rappresentato dal cosiddetto contagio sociale». Le persone infatti tendono a essere empatiche e ad emulare i comportamenti in genere responsabili della nostra socialità. «Ma stiamo attenti perché l’ansia non solo è molto più contagiosa delle malattie infettive, ma riduce anche la logicità dei nostri comportamenti», rileva il neurologo.

Tuttavia possono esserci anche conseguenze positive da questa situazione. «Finora il benessere ci ha portato a ricercare un’autonomia narcisistica con l’illusione che vivere significasse essere orgogliosamente indipendenti. La conseguenza – conclude Barbanti – è stata il distacco emotivo dall’altro, una scarsa solidarietà e pochi progetti comuni. Ora saremo tutti sincronizzati sullo stesso obiettivo: la sconfitta del virus. Bisogna cogliere quest’opportunità per riscoprire un sentire comune, la necessità dell’ascolto e la naturalezza dell’attesa». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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