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Tumore al seno e ricostruzione autologa, al Cannizzaro di Catania c’è la tecnica “Diep”

L'ospedale etneo centro di riferimento. Il dott. Lombardo: «In molti casi è la scelta migliore, ma spesso le pazienti non la conoscono»

Di Redazione |

Per le professionalità messe in campo e i numeri già raggiunti, l’Azienda Ospedaliera Cannizzaro si pone come riferimento per tutta la Sicilia, annoverando pazienti anche da fuori regione, nella ricostruzione mammaria post-oncologica con tecnica “Diep”. L’acronimo identifica il vaso che vascolarizza la cute dell’addome prelevata per ricostruire la mammella mancante (deep inferior epigastric perforator): si tratta di un trapianto in cui la paziente dona una parte di cute addominale ai fini della ricostruzione del seno, con esito simile a un’addominoplastica estetica. La tecnica è stata introdotta per le pazienti mastectomizzate grazie alla collaborazione tra le Uoc di Senologia e di Centro Ustioni, dirette rispettivamente dalla dott.ssa Francesca Catalano e dal dott. Rosario Ranno, e grazie all’investimento, voluto dal dg dott. Salvatore Giuffrida, nell’acquisto di un microscopio avanzato per la chirurgia senologica. A fine anno il Cannizzaro avrà così totalizzato 25 interventi Diep, con un tasso di successo al momento del 100%, con una previsione per il 2022 di 40 diep/annui e un aumento costante proporzionale alle necessità del territorio. Dei giorni scorsi è il primo Diep bilaterale in ospedale e uno dei primi del Meridione. A eseguire la tecnica microchirurgica è il dott. Giuseppe Lombardo, catanese, formatosi a Roma, da 15 anni impegnato nella ricostruzione mammaria, con specifiche competenze perfezionate nel centro di riferimento mondiale di Brno.  Dott. Lombardo, perché è così importante la possibilità di ricostruzione autologa? Quali vantaggi offre? «La ricostruzione autologa è fondamentale nel panorama ricostruttivo della mammella. È dimostrato che la qualità della vita delle pazienti ricostruite con tessuto autologo è superiore a quella delle pazienti ricostruite con materiale protesico. Il vantaggio è che viene trapiantato microchirurgicamente tessuto adiposo dalla pancia che sostituisce la mammella mancante e quindi questo tessuto si comporterà in maniera simile alla mammella rimossa, con lo stesso grado di naturalezza e rispondendo ai possibili cambi di peso in maniera simmetrica. Anche se in molti casi è considerata la scelta migliore, molte pazienti non la conoscono in quanto si tratta di una procedura ad altissima specialità che in Italia offrono solo pochissimi centri. In alcuni casi, come nelle pazienti radiotrattate, non ci sono alternative alla ricostruzione autologa». Oltre alle competenze specialistiche, cosa è necessario per realizzare una così valida attività chirurgica? «L’Azienda ha sostenuto in toto il nostro progetto, anche acquistando un nuovo microscopio operatore e creando le condizioni per condurre l’attività. Al successo concorrono altri fattori che comprendono i microchirurghi con una formazione specifica, ferriste specializzate nella strumentazione microchirurgica, infermiere dedicate per il monitoraggio post-operatorio e anestesisti che gestiscano al meglio il dolore post-operatorio con blocchi regionali che permettano una mobilizzazione precoce e una dimissione dopo 72 h». Qual è il percorso da seguire per arrivare alla ricostruzione? A chi è offerto il servizio? «Il servizio è offerto a tutte le donne cmastectomizzate. Al Cannizzaro possiamo offrire questa opzione anche in contemporanea alla mastectomia, mentre tutte le pazienti esterne già ricostruite con protesi o con espansore, e vogliono convertire la propria ricostruzione in autologo, possono farlo prenotando una visita specialistica al Cup del nostro ospedale all’ambulatorio Centro Ustioni».

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