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Nuova rete ospedaliera in Sicilia, la commissione Sanità dice sì: salvo il Centro di cardiochirurgia di Taormina

Il piano adesso torna in giunta per il voto finale da parte del governo Schifani

Redazione La Sicilia

23 Settembre 2025, 15:42

Ok da Roma a rete ospedaliera siciliana apre porte a 5000 nuovi posti di lavoro

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La commissione Sanità dell’Ars ha dato parare favorevole al piano della nuova rete ospedaliera della Regione. Il piano adesso torna in giunta per il voto finale da parte del governo Schifani. Poi il documento sarà trasmesso al ministero della Salute.

«Il parere favorevole espresso a maggioranza dalla Commissione sulla revisione della rete ospedaliera conclude un percorso intenso, nato dalla condivisione promossa dal governo regionale con le Asp, i sindacati e i sindaci delle province siciliane - dice il presidente della commissione Giuseppe Laccoto -. Al di là delle diverse posizioni politiche, desidero ringraziare tutti i componenti della Commissione Salute per la maturità dimostrata e per l’impegno comune volto al miglioramento dei servizi sanitari della nostra Regione. Un sentito ringraziamento va al Presidente della Regione, Renato Schifani, e all’assessore Daniela Faraoni per la disponibilità e il dialogo costanti, la partecipazione e lo spirito di condivisione mostrati».
Per Laccoto «la nuova rete ospedaliera non risolve da sola i problemi della sanità siciliana, ma rappresenta un passo importante verso l’efficientamento del sistema, ponendosi in continuità e in integrazione con il percorso di potenziamento dei servizi territoriali previsto dal dm 77; l’obiettivo è costruire un modello sanitario che funzioni come un unico sistema, in cui ospedali, territorio e strutture intermedie operino in stretta sinergia».

«In questa prospettiva assumono particolare rilievo il mantenimento del centro di cardiochirurgia pediatrica di Taormina, ora parte integrante della rete, e la valorizzazione degli ospedali periferici, che diventano presidi centrali della medicina di prossimità - prosegue Laccoto - Si tratta di scelte strategiche per garantire cure di qualità a tutti i cittadini, riducendo i tempi di attesa e limitando la migrazione sanitaria verso altre regioni. Ritengo che la sfida che abbiamo davanti sia quella di ripensare l’intero modello sanitario, affinché sia più integrato, aderente agli standard nazionali e al tempo stesso rispettoso delle specificità dei territori».

Ad aver votato contro sono stati Pd e M5S.

Il gruppo del Partito democratico all’Ars ha votato in commissione Sanità parere contrario alla rimodulazione della rete ospedaliera presentata dal governo regionale ed approvata a maggioranza.
«Avevamo segnalato criticità in tutte le province chiedendo quantomeno di mantenere servizi importanti per molti territori - dicono Giovanni Burtone e Calogero Leanza, componenti della commissione, e il capogruppo Michele Catanzaro - abbiamo provato a migliorare il testo ma ancora una volta sono mancate le misure necessarie a garantire a tutti i siciliani il diritto alla salute».

«La rete ospedaliera? Questa rimodulazione è l’ennesima occasione persa, lo abbiamo detto più volte e lo ripetiamo: la nuova rete nasce vecchia e promette poco di buono per il paziente. Ci sarebbero tantissime cose da cambiare». Lo affermano i componenti della commissione Salute del M5s all’Ars, Antonio De Luca e Carlo Gilistro, che oggi hanno "bocciato, senza alcuna esitazione, il progetto presentato dal governo".
«Hanno voluto fare in fretta piuttosto che fare bene - dicono i due deputati - e presto i nodi, che sono tanti, verranno tutti al pettine. Questa rete è il trionfo dell’improvvisazione, solo un pessimo restyling di quello del 2022, che a sua volta era una modifica di quello mai entrato in vigore dell’allora assessore Gucciardi. Non considera tantissime cose che dovevano essere invece i pilastri del nuovo piano come, solo per fare qualche esempio, il calo demografico intercorso negli anni, i flussi intraregionali e i dati di mortalità specifica per patologia che ha delle discrepanze impressionanti tra le province. Abbiamo provato in tutti i modi - - concludono De Luca e Gilistro - a fare sentire le nostre ragioni in commissione per fare cambiare rotta al governo. Non c'è stato nulla da fare e ora le conseguenze le sconteranno, come sempre, i siciliani».