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Salute: Unicef, mai allattato al seno 1 bimbo su 5 nei paesi ricchi

Roma, 10 mag. (AdnKronos Salute) – Niente latte di mamma per i bambini ‘ricchi’. Secondo un nuovo studio dell’Unicef lanciato oggi, il numero di bambini che non vengono allattati resta ancora alto, in particolare nei paesi più ricchi. Nel mondo, circa 7,6 milioni di bambini ogni anno non vengono allattati. Lo studio mostra che, anche […]

Di Redazione |

Roma, 10 mag. (AdnKronos Salute) – Niente latte di mamma per i bambini ‘ricchi’. Secondo un nuovo studio dell’Unicef lanciato oggi, il numero di bambini che non vengono allattati resta ancora alto, in particolare nei paesi più ricchi. Nel mondo, circa 7,6 milioni di bambini ogni anno non vengono allattati. Lo studio mostra che, anche se il latte materno salva vite, protegge i bambini e le madri da malattie letali e contribuisce a raggiungere un Qi più alto e risultati scolastici migliori, circa il 21% dei bambini nei paesi ad alto reddito non è mai stato allattato. Nei paesi a basso e medio reddito questo tasso è del 4%.

Lo studio – riferisce l’Unicef in una nota – mostra che i bambini hanno probabilità maggiori di essere allattati almeno una volta nei paesi a basso e medio reddito, come Bhutan (99%), Madagascar (99%) e Perù (99%), rispetto a quelli nati in Irlanda (55%), Stati Uniti (74%) o Spagna (77%). In Italia questa percentuale è dell’86%, in Germania dell’82%, nel Regno Unito 81% e in Spagna 77%, superate dai paesi del Nord Europa, come Finlandia (92%), Norvegia (95%) e Svezia (98%). Solo negli Stati Uniti vive quasi oltre un terzo dei 2,6 milioni di bambini dei paesi ad alto reddito che non sono mai stati allattati.

“L’allattamento è il miglior regalo che una madre, ricca o povera, possa fare al suo bambino e a se stessa”, afferma Shahida Azfar, Vicedirettore generale ad interim dell’Unicef. “Celebrando la Festa della Mamma, dobbiamo dare a tutte le madri del mondo il supporto di cui hanno bisogno per allattare”.

Tuttavia, i dati mostrano che nei paesi a basso e medio reddito, le disparità di ricchezza influenzano il periodo in cui una madre continuerà ad allattare il bambino. I bambini delle famiglie più povere hanno tassi di allattamento fino a 2 anni superiori di circa 1,5 volte ai tassi delle famiglie più ricche. Le disparità sono più diffuse in Africa occidentale e centrale e in America Latina e nei Caraibi, dove i bambini delle famiglie più povere hanno tassi di allattamento a 2 anni circa doppi rispetto a quelli delle famiglie più ricche.

“Sappiamo che è meno probabile che le madri ricche nei paesi poveri allattino, ma, in qualche modo paradossalmente, i segnali che vediamo indicano che nei paesi ricchi sono i poveri ad avere meno probabilità di allattare”, continua Azfar. “Queste disparità nell’allattamento rispetto ai livelli di reddito indicano che i paesi, a prescindere dal livello di ricchezza, non stanno informando e rendendo ogni madre in grado di poter allattare i suoi bambini”.

I fattori che conducono a tassi di allattamento più alti variano. Paesi come l’India e il Vietnam hanno messo in atto politiche forti per proteggere e promuovere l’allattamento. Altri paesi, come il Turkmenistan, hanno tassi molto alti di madri che partoriscono in ospedali amici dei bambini. Quasi tutte le madri in Nuova Zelanda e Sri Lanka partoriscono in strutture amiche dei bambini. Inoltre, i contesti politici e culturali, che comprendono il supporto dei padri, delle famiglie, degli impiegati e delle comunità, giocano un ruolo decisivo.

Attraverso la sua campagna globale, Every Child ALIVE – in Italia, “Ogni bambino è VITA” – che ha l’obiettivo di chiedere soluzioni per tutti i neonati del mondo, l’Unicef chiede ai governi, al settore privato e alla società civile di: incrementare i fondi e la sensibilizzazione per far aumentare i tassi di allattamento dalla nascita fino a due anni; attuare quadri legislativi forti per regolare la vendita di latte artificiale e altri sostituti del latte materno, come biberon o tettarelle; garantire congedi familiari retribuiti e attuare politiche di allattamento sui posti di lavoro, comprese le pause per l’allattamento; implementare i “10 passi per l’allattamento” nelle strutture per la maternità e garantire latte materno ai neonati malati.

E ancora: garantire che tutte le madri ricevano consulenze di qualità per l’allattamento presso le strutture sanitarie e nella prima settimana dopo il parto; rafforzare i legami tra le strutture sanitarie e le comunità, così che le madri ricevano supporto continuativo per l’allattamento; migliorare i sistemi di monitoraggio per tracciare i miglioramenti delle politiche, dei programmi e delle pratiche per l’allattamento.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA