Sicilia verso la nuova rete ospedaliera con 139 strutture: la mappa all'Ars
La popolazione siciliana negli ultimi dieci anni si è ridotta e il sistema sanitario deve adeguarsi
La nuova Rete ospedaliera ieri ha ricevuto l'apprezzamento del governo regionale riunito a Palazzo d’Orlèans. Il documento, che ha già ottenuto il parere favorevole della Conferenza permanente della programmazione sanitaria, ora approderà sui tavoli della commissione Salute dell’Ars per il parere obbligatorio e, successivamente, tornerà in giunta per l’approvazione definitiva, prima di essere trasmesso al ministero della Salute per il via libera finale.
«Questo piano - dice il presidente della Regione Renato Schifani - rappresenta un passo fondamentale verso una sanità più “sana”, equa ed efficiente. Confido che la commissione Salute condivida il Piano e comunque resteremo aperti a qualsiasi forma di dialogo. Già mercoledì sarò a Roma per proseguire, insieme al ministro della Salute Schillaci, il confronto sul mantenimento del Centro di cardiochirurgia pediatrica di Taormina, che sarà integrato nella nuova Rete».
«Stiamo ridisegnando - dice l’assessore alla Salute, Daniela Faraoni - la mappa della sanità siciliana tenendo conto delle trasformazioni demografiche e dei nuovi bisogni di salute, riducendo la migrazione sanitaria verso altre regioni». La popolazione siciliana negli ultimi dieci anni si è ridotta e il sistema sanitario deve adeguarsi, rispettando i parametri ministeriali (Dm 70/2015) che prevedono 3 posti letto per 1.000 abitanti per acuti e 0,7 per lungodegenza e riabilitazione. La risposta arriva con una rete completamente ripensata che conta 139 strutture ospedaliere tra pubbliche e private. «Un lavoro di razionalizzazione - sottolinea l'assessore - ha permesso dallo scorso febbraio di rimettere in funzione 308 posti letto già previsti ma non utilizzati. Nell’ambito di questa revisione, sono stati previsti 207 posti in più per l’oncologia, 47 per la neurochirurgia e altri destinati a neurologia, ortopedia e medicina e chirurgia d’urgenza, aumentando così l’offerta. La riduzione di 367 posti letto prevista dalla programmazione - conclude - riguarda esclusivamente quelli già inattivi o sottoutilizzati».