Vaccini: nonni ‘supereroi’ in famiglia ma ignorano rischi polmonite
Roma, 25 ott. (AdnKronos Salute) – I nonni, moderni ‘supereroi’. Agli anziani vengono riconosciuti ruoli sostanziali per le generazioni più giovani e per le famiglie in generale. Sono un supporto importante per la gestione e l’educazione di bambini e ragazzi (71%), custodi della memoria collettiva (66%) e dispensatori di consigli e insegnamenti (61%). Gli manca […]
Roma, 25 ott. (AdnKronos Salute) – I nonni, moderni ‘supereroi’. Agli anziani vengono riconosciuti ruoli sostanziali per le generazioni più giovani e per le famiglie in generale. Sono un supporto importante per la gestione e l’educazione di bambini e ragazzi (71%), custodi della memoria collettiva (66%) e dispensatori di consigli e insegnamenti (61%). Gli manca però la consapevolezza di essere soggetti a rischio: in tema di malattie gravi e potenzialmente letali come la polmonite, sono più informati rispetto al 2015 (+14%) e cresce anche la percezione di gravità e diffusione della malattia (+8%), ma si sentono sempre meno a rischio, tanto che solo uno su 10 pensa di poter contrarre personalmente la polmonite (9%, contro il 24% del 2015). E’ quanto emerge da una survey condotta da AstraRicerche per conto di Pfizer nel mese di settembre 2017 su un campione rappresentativo della popolazione italiana (1.706 persone, 18-85enni), messa a confronto con quanto emerso da una ricerca condotta nel 2015 sugli stessi temi.
Nelle famiglie italiane emerge un rapporto che mescola compagnia, autorevolezza, protezione e divertimento in grado di rafforzare i legami tra una generazione e l’altra (48,4%). Nell’esperienza personale degli intervistati più giovani, gli anziani della propria famiglia, i propri nonni, rappresentano figure a cui hanno sempre portato rispetto (91%), sono oggetto di ammirazione e interesse (80%), modello per i loro valori e i loro comportamenti (76%), punto di riferimento a cui chiedere aiuto e consiglio (68%). Eppure i nonni non badano abbastanza alla loro salute.
“Spesso gli adulti sani – commenta Francesco Blasi, professore ordinario all’università degli Studi di Milano e responsabile dell’Unità operativa di Broncopneumologia presso l’Irccs Fondazione Policlinico – non sono consapevoli del potenziale rischio di contrarre malattie infettive, ritenendo di non aver bisogno dei vaccini. In realtà tutti siamo a rischio di contrarre la polmonite, che è tutt’ora la prima causa di decesso per malattie infettive nei Paesi Occidentali. Solo in Italia si contano ogni anno oltre 9 mila morti a causa della polmonite, per il 96% tra gli over 65, quasi 3 volte quelle dovute a incidenti stradali e oltre 33 volte quelle causate dall’influenza”.
Dalla ricerca emergono incongruenze sulle modalità di prevenzione di patologie gravi come la polmonite. Il 75% del campione ritiene che questa malattia si possa prevenire (+15% negli over 60) ma, per la maggior parte di chi lo pensa (83%), la chiave per la prevenzione risulta essere il mantenersi in buona salute per avere il sistema immunitario sempre ‘pronto’, risposta largamente dominante rispetto al lavarsi spesso le mani con acqua tiepida e sapone (37%, 51% nella fascia 70-85enni).
Solo un intervistato su 3 pensa che la prevenzione della polmonite passi attraverso la vaccinazione, nonostante rispetto a 2 anni fa siano aumentate sia la conoscenza del vaccino contro la polmonite (+12,8%, +19% negli over 60) sia il numero di persone che di chiarano di essere vaccinate contro la polmonite (+4,8%). Tra coloro che non si dichiarano vaccinati, solo il 38,5 % degli over 60 intende farlo.
“La vaccinazione antipneumococcica – dice Michele Conversano, past president della Società italiana di igiene e presidente di HappyAgeing – è a oggi l’unico strumento di prevenzione primaria in grado di evitare l’infezione da pneumococco e prevenire lo sviluppo delle malattie e delle complicanze che questo batterio può portare. In particolare, con il vaccino coniugato, che negli adulti richiede un’unica somministrazione per tutta la vita, si può ‘tenere pronto’ il sistema immunitario a reagire nel caso di infezione da pneumococco. I nuovi Lea prevedono che da quest’anno il vaccino pneumococcico sia raccomandato e gratuito in tutte le regioni per tutti coloro che hanno 65 anni o per chi ha una malattia cronica come ad esempio patologie polmonari croniche, malattie cardiovascolari o il diabete. Soprattutto nella popolazione adulta e anziana è importante che aumenti la consapevolezza del rischio di contrarre la polmonite, e che tutti usufruiscano del proprio diritto a essere vaccinati”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA