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Angelo Sturiale, un artista tra note e inchiostro selezionato dalla Swatch

Di Grazia Calanna |

Catania – Angelo Sturiale è musicista e artista visivo, nasce a Catania dove ha conseguito le lauree in Lettere moderne e Pianoforte. È compositore e artista-in-residenza di fama internazionale, le sue ricerche teoriche e opere musicali sono state sostenute da prestigiose istituzioni quali Rockefeller Foundation, Unesco-Aschberg, ministero degli Esteri, Swedish Institute, Canon Foundation Japan, Pépinières Européennes, Zeitklang. Con “D’amore, di vetro, di metallo”, ha vinto il Premio Chrónos all’International Call for Works for percussions (Università del Texas, Rio Grande Valley, Usa), che, il prossimo settembre, sarà eseguita in anteprima mondiale dall’ensemble messicano “Versus 8”, percussionisti che hanno commissionato l’opera e con i quali Sturiale collabora da anni sperimentando linguaggi e tecniche esecutive non convenzionali, nel segno incondizionato e, per lui, indispensabile della libertà.

«E come il vetro, l’amore: tanto chiaro e vero, / ma trasparente e fragile. E come il vetro, l’amore: tanto chiaro e vero, / ma trasparente e fragile». Versi tratti dal testo sul quale si basa la sua opera, un madrigale?

«Sì, anche se non convenzionale nella forma o metrica. Nella storia della musica il madrigale ha prodotto in vari periodi opere di grande importanza e bellezza, varietà e direi pure sperimentazione: basti pensare ai compositori Orlando di Lasso, Luca Marenzio, Gesualdo, Monteverdi, Dowland, e tanti altri… Ma di madrigali ne sono stati composti pure alcuni per soli strumenti, senza quindi nessun accompagnamento vocale. Ed è a questa tradizione, se pur marginale, che ho voluto agganciarmi, ideando appunto una composizione per quattro percussionisti, ispirata ad un testo poetico, i cui versi sono stati utilizzati non solo per definire le scelte strumentali, ma soprattutto quelle strutturali, formali, drammaturgiche».

Com’è nata e cosa alimenta la sua passione per l’arte?

«Tutto nasce dall’atto della scrittura della musica su pentagramma, dalle dita della mano con le matite e penne, dal rapporto complesso e affascinante tra l’inchiostro e le carte. Questa passione e dedizione, inizialmente confinata alla pratica manuale di scrittura dei suoni (quando ancora non esistevano i software di notazione musicale) si è poi via via estesa in modo organico alle arti visive e alla scrittura delle parole. Tra queste forme di espressione che gestisco in maniera imprevedibile, spesso ci sono dei fili sottili o dei canali di forma e contenuto che comunicano tra loro: passo con disinvoltura e anarchia dall’una all’altra, a seconda delle opportunità, stimoli o sfide creative».

Appena rientrato in Sicilia, dopo il successo di una mostra personale nella capitale dell’Islanda (Reykjavík) in cui ha presentato dei nuovi lavori grafici e, sempre in Islanda, a Kolstaðir, per un proficuo impegno come compositore in residenza, può raccontarci dei momenti salienti che hanno caratterizzato questa sua nuova esperienza?

«In Islanda – paese che mi ha invitato per la terza volta in 4 anni – mi sento un po’ a casa mia, anche se sembra strano a dirsi. Sarà perché da “isolano” si avverte qualcosa di misteriosamente familiare con la Sicilia e con il nostro vulcano, sarà perché i suoi abitanti, lontano dalla terra ferma, hanno sviluppato negli anni una genuina curiosità verso tutto ciò che proviene dall’esterno, mi sono trovato sempre bene, potendomi esprimere con grande libertà e fantasia, percependo in maniera spontanea e autentica negli islandesi una grande sensibilità per l’arte e creatività in generale. Ciò che però differenzia gli islandesi dai siciliani è il rispetto del silenzio e dell’ambiente e soprattutto la solidarietà tra artisti, tema abbastanza delicato…».

Sappiamo, inoltre, che da ottobre in dicembre di quest’anno è stato invitato in Danimarca, alla Vilborg Kunsthal, per una residenza artistica in cui produrrà delle opere visive con nuove tecniche di stampa per un’altra mostra personale. Puoi darci qualche anticipazione rispetto alle idee che prenderanno “forma”?

«In Danimarca lavorerò a varie cose. Cercherò di conciliare la grafica con l’immaginario musicale, l’astrazione del segno con la grammatica del suono, attraverso la realizzazione di una nuova produzione di disegni su grandi formati. Vorrei dedicarmi inoltre alla sperimentazione di una forma di disegno/installazione mediante reti complesse di fili di nylon di varie lunghezze e spessori».

Nel 2020 sarà in Cina, nello Swatch Art Peace Hotel di Shanghai, per una prestigiosa residenza artistica finanziata dalla Swatch svizzera. Avremo modo di scegliere e indossare uno Swatch firmato da lei?

«In Cina realizzerò delle opere ispirate all’immaginario grafico dei colori e forme delle figurazioni dei carretti siciliani e dei pizzi e centrini di una volta, ovviamente in maniera del tutto trasfigurata e personalissima: nulla di oleografico o didascalico. Mi dedicherò pure alla realizzazione di vari bozzetti per futuri murales o graffiti ispirati alla musica. Inoltre la Swatch selezionerà i migliori progetti di grafica per nuove collezioni di orologi in edizione limitata “firmati” da artisti, spero proprio di creare qualcosa ad hoc per l’occasione! Tra l’altro, alcuni degli artisti in residenza nel 2020 porteranno le loro opere al padiglione Swatch della Biennale di Venezia. Vedremo cosa succederà, sono molto contento ed emozionato, oltre che lusingato di essere stato selezionato per portare il mio lavoro in Cina».

Nel 2018 ha lasciato il Messico dopo un’importante esperienza di insegnamento universitario di diversi anni al Tec di Monterrey. Le piacerebbe riprendere la didattica in futuro?

«Perché no, magari in Sicilia. Mi piacerebbe condividere la mia esperienza artistica e professionale con altri colleghi e soprattutto con i giovani artisti e talenti di questa terra dalle forti contraddizioni, che non smette, nonostante tutto, di produrre bellezza e creatività originalissime, spesso riconosciute solo all’estero».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA