LA STORIA
Dalla piccola officina del papà alla più grande fabbrica italiana di biciclette: l’incredibile avventura di Gaspare Lombardo
Nel Comune trapanese di Buseto Palizzolo, poco più di 2 mila abitanti, una delle più importanti realtà economiche del settore, nata da una minuscola bottega di riparazioni
C’è una bellissima storia umana di passione e sacrificio nella scalata di un’azienda siciliana oggi tra le più rinomate a livello mondiale nella produzione di biciclette ed e-bike. La Lombardo Bikes, che ha la propria sede centrale nel piccolo Comune trapanese di Buseto Palizzolo, poco più di 2 mila abitanti, oggi è l’unica realtà economica del settore con proprietà completamente italiana.
Tutto comincia nel dopoguerra, quando il giovanissimo Gaspare Lombardo convinse il padre, che faceva il fabbro e riparava pure biciclette, ad avviare una piccola produzione artigianale di mezzi a due ruote. Lui lo aiutava, di notte montava e smontava biciclette. E sognava. Si rendeva però conto che occorreva fare qualche investimento per avere il materiale occorrente. E così con le prime mille lire guadagnate suonando la fisarmonica la sera nei borghi del trapanese, ha cominciato ad acquistare i pezzi che servivano per progettare nuovi telai. Molte volte per risparmiare ricorreva a scarti di bici usate.
E’ sempre stato un creativo Gaspare Lombardo. Non ha avuto la possibilità di studiare, ma le sue conoscenze tecniche acquisite sul campo gli consentivano di competere allo stesso livello, se non oltre, di progettisti con in tasca lauree e master. L’idea di costruire nuove bici funzionò: in poco tempo la piccola officina venne spostata in un vecchio capannone che fino a quel momento veniva usato come magazzino, ancora oggi esistente. Negli anni ’70 il marchio Lombardo si affermò in Sicilia. E poi, negli anni Ottanta, nel resto d’Italia.
Oggi Gaspare ha superato la soglia dei 90 anni. L’azienda è nelle mani dei figli, ma lui nel moderno stabilimento alla periferia di Buseto si reca ancora ogni giorno, ha un ufficio tutto suo e continua a diffondere consigli e visioni future. «I grandi colossi italiani venivano a trovarmi per capire quale fosse il segreto del nostro successo – racconta Gaspare, che incontriamo nella sua casa, a ridosso del primo stabilimento oggi non più in uso, ma al quale lui ogni giorno volge lo sguardo per ricordarsi dove tutto è cominciato – qualcuno mi proponeva pure di collaborare diventando partner secondario dei loro affermati brand. Ma ho sempre detto di no».
Un caso studio
Minuto, ma coraggioso e determinato, per anni Gaspare Lombardo è stato oggetto di “studio” dei grandi e storici marchi che affidavano le loro biciclette ai campioni del ciclismo per promuoverle nel mondo. Lui, invece, con una appena sufficiente attività di promozione fatta solo in ambito locale, riusciva a penetrare ogni giorno sempre di più nei mercati. Puntando sulla qualità.
«Ho cominciato a partecipare alle fiere del settore – ci racconta Gaspare – dove mi chiamavano ingegnere e rimanevano sorpresi quando dicevo che non lo ero, pur riuscendo a discutere di questioni squisitamente tecniche». Dal duemila in poi i tre figli di Gaspare hanno assunto un ruolo di vertice all’interno della Lombardo Bike e si sono tuffati sul mercato delle bici a pedalata assistita. Oggi la produzione delle bike elettriche ha superato quella della bici tradizionali. La capacità produttiva è di centinaia di veicoli al giorno e il fatturato di quasi 40 milioni.
Le risorse
Gaspare Lombardo ci svela che insieme alla sua visione iniziale, quando negli anni ’50 riuscì ad intravedere come sarebbe cambiato il mondo della mobilità, c’è stato anche un altro passaggio fondamentale, intriso di un’umanità oggi difficile da trovare nell’attuale globalizzazione dell’economia: «Eravamo ancora una realtà a conduzione familiare, seppure con un certo numero di operai. Ad un certo punto ho capito che bisognava fare un altro passo importante. Occorrevano profondi cambiamenti strutturali per realizzare una vera e propria fabbrica. Ma per costruirla avevo bisogno di ulteriori risorse economiche. Mi sono rivolto a più banche e in alcune ho trovato la porta chiusa».
Chiedeva tanto Gaspare. E nessuno in quel periodo pensava alla mobilità elettrica. Per fortuna, come disse Oscar Wilde, “i sognatori possono trovare la loro strada e vedere l’alba prima del resto del mondo”. E Gaspare Lombardo la sua strada l’ha trovata grazie a persone che hanno visto nel coraggio di quel piccolo uomo, nella sua storia di concreto sognatore, una ricchezza per l’economia e la storia della Sicilia. «Devo ringraziare Pippo Santangelo, oggi diventato un caro amico – continua Gaspare – è stato lui, bancario dalla grande bontà, a trasformare in realtà quel mio nuovo obiettivo». Da lì è stato un altro salto di qualità.
Oggi Bici Lombardo è guidata da Giuseppe, Gaspare e Francesco. Conta centinaia di dipendenti e visitare l’azienda ti dà la sensazione di stare in una grande famiglia. E’ ormai una grande eccellenza siciliana e guarda al futuro con rinnovata fiducia proponendo innovazione e sviluppo. Solo poche settimane fa Lombardo Bikes ha acquisito Cicli Olympia, marchio delle due ruote tra i più antichi d’Italia, fondato nel 1893, diventando così il più grande produttore italiano di biciclette con capitale interamente italiano. La storia, insomma, non si ferma.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA