Notizie Locali


SEZIONI

la storia

Don Raffaele, il sacerdote tutto chiesa e pallavolo

Don Aprile accoglie i pellegrini al Santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa ma è anche il palleggiatore dell’Archimede Priolo Gargallo

Di Fabio Russello |

La Fede, rigorosamente con la “effe” maiuscola e la passione, che si intrecciano a doppio filo dopo una rincorsa durata decenni.Perché la Vocazione e l’accoglienza dei pellegrini – compresa quella dell’allora, ancora per poco, cardinale ora Papa Prevost – al Santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa, possono anche conciliarsi su un parquet di pallavolo, servendo ai compagni i palloni da schiacciare dall’altra parte della rete.Lui è don Raffaele Aprile, ha 49 anni, è nato ad Augusta ma è ormai siracusano a tutto tondo, sacerdote nel veneratissimo Santuario di Siracusa dove è il responsabile dell’accoglienza dei pellegrini, tra cui appunto, nel settembre scorso, quello del cardinale Robert Francis Prevost che solo qualche mese dopo sarebbe diventato il primo Papa americano della storia, Leone XIV.

Un fiume in piena

E’ un fiume in piena, con una voglia pazza di comunicare e gridare a tutti ciò che sente, ciò che fa, ciò che sogna, la sua Fede, il suo cammino e pure i traguardi della sua squadra di pallavolo.Questo perché don Raffaele è un personaggio che dire poliedrico è riduttivo: sacerdote, palleggiatore nella squadra di volley dell’Archimede di Priolo che a luglio si giocherà a Perugia le finali nazionali CSI, scrittore, poeta, nonché religioso attivissimo sui social.«La pallavolo – racconta don Raffaele – è stata una passione sin da ragazzino. Ma prima di diventare sacerdote sono stato un ragazzo come tutti. Il diploma e l’Università a Catania. Ma poi è arrivata, fortissima, la Chiamata».

Sacerdote dal 2016

E infatti diventa sacerdote il 29 giugno 2016 e tre mesi dopo finisce nel Santuario di Siracusa, esattamente nel luogo dove – come racconta lui stesso – la Madonna lo ha “chiamato” alla vita consacrata: «Non è semplice raccontare la propria vocazione perché è un dono ma anche un mistero – ha rivelato don Raffaele –. E avere ricevuto l’Ordine Sacro significa in qualche modo partecipare a quella “dolce e confortante gioia di evangelizzare” che proprio Papa Francesco ci ha descritto nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium: “Possiamo inventare tante modalità per testimoniare la Parola, sfruttare i più diversi mezzi di comunicazione che la tecnologia ci mette a disposizione, da Facebook a Whatsapp, da Twitter a Google fino a Youtube. Ma la fede però si vive e si testimonia in un incontro personale, perché si manifesta in una parola, in un abbraccio, in uno sguardo».

La Chiamata

«Da ragazzo mi divertivo, ero iscritto alla facoltà di Scienze e Tecnologie Alimentari a Catania, dove ho sostenuto, con esito positivo, alcune materie del primo anno. Ma nel 2004 – e qui comincia il percorso della sua vocazione –, ho sentito una chiamata particolare a partecipare alla messa e qualcosa mi diceva che dovevo recarmi al Santuario della Madonna delle Lacrime; così ascoltai questa voce e andai con mia madre e mia nonna. Proprio durante la celebrazione eucaristica, vidi arrivare un fascio di luce dal volto di Maria, l’effigie mariana che si trova presso l’altare centrale, che mi invitava a guardare i seminaristi presenti in quella celebrazione; io non capivo perché stesse succedendo questo, e perché proprio a me. Allora dissi a me stesso che se il Signore mi stava chiamando a seguirlo nel sacerdozio, avrei aspettato una seconda chiamata; volevo capire se quanto era successo non fosse solo una suggestione. E così dopo qualche mese, proprio nei giorni in cui Giovanni Paolo II stava per morire, ricevo una seconda chiamata, questa volta molto più chiara e forte della prima; raccontai tutto a mia madre e decisi di affidarmi alla diocesi di Siracusa per la comprensione di quanto mi stava accadendo. La mia è una chiamata mariana, perché avvenuta sotto lo sguardo materno di Maria e delle sue lacrime. “Sogno” è la parola che riassume la mia vocazione al sacerdozio, grazie a don Francesco che mi ha chiesto di raccontare il mio cammino al presbiterato».

Ma non c’è solo la Chiesa: c’è (anche) il volley

Fin qui la storia – come altre migliaia – di un ragazzo che sente la vocazione e decide di diventare prete. Ma don Raffaele non è solo prete. E’ molto di più, ed è una storia che merita di essere raccontata.«A settembre – ha spiegato don Raffaele, felicissimo di potere anche citare la “sua” squadra – ho chiesto all’Archimede Pallavolo di Priolo Gargallo di allenarmi con loro per tenermi in forma. E invece mi hanno tesserato e abbiamo vinto il campionato. Siamo la prima realtà siracusana a volare alle finali scudetto – dice con orgoglio –. Andiamo a Perugia dal 9 al 13 luglio per le finali nazionali». Mentre lo racconta sembra quasi esultare ancora come un tifoso per un gol all’ultimo minuto o per il punto decisivo al quinto set. In questo caso è un traguardo raggiunto dalla sua squadra allenata da Salvatore Bafumo.

Un sacerdote poliedrico

Che poi tra il dire messa, “evangelizzare”, giocare a pallavolo, don Raffaele trova il tempo anche per occuparsi dell’accoglienza dei pellegrini – è il responsabile – al Santuario della Madonna delle Lacrime (e non sono pochi…), di scrivere libri (almeno quattro, di argomento mistico) e pure poesie. E inoltre è il responsabile di un gruppo di preghiera dedicato a San Pio da Pietrelcina: «Ho scritto alcuni libri – declama con orgoglio – come Innamorato del cielo e Fratelli di Cielo ma anche il libro Obbedienza e Vocazione all’Amore. Scrivere mi ha aiutato a fare sintesi dentro e a focalizzare l’essenza delle cose, mi ha aiutato ad orientare lo sguardo, a ricucire gli strappi e a camminare con le persone e mi ha aiutato a stare in piedi quando il peso delle cose cercava di schiacciarmi».

I premi letterari

E recentemente ha pure ricevuto due premi letterari: il “San Domenichino” per la sua opera “Vocazione all’Amore” e poi anche il premio “Timoleonte” per la poesia tratta dallo stesso libro. Non male per uno che fa mille cose e che evidentemente le fa tutte bene e con passione.Ama anche la comunicazione digitale, da sacerdote moderno qual è, nonostante un legame intimissimo con la missione di Giovanni Paolo II e con il culto mariano. Don Raffaele, infatti ogni giorno, sul suo canale youtube Raffaele Aprile poeta del cielo pubblica anche il commento al Vangelo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA