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Giovanni, il “figaro” catanese che taglia barba e capelli anche in riva al mare

Di Carmen Greco |

Catania – S’è portato appresso anche il palo da barbiere e la sedia girevole con tanto di poggiatesta. Giovanni Condorelli, catanese, 37 anni, “figaro” da quando ne aveva 12, una sala da barba dove taglia e rifila basette tutti i giorni, ce l’ha, ma aveva voglia di lavorare “en plein air”, fuori dalle quattro mura del negozio di Trappeto (San Giovanni La Punta) che ha aperto da poco più di sette anni. Così ha lanciato l’idea di fare la barba all’aperto, tra i filari di un vigneto, sull’Etna, nel cortile di un castello, su una spiaggia, dovunque scelgano i clienti. Non solo. A rendere “indimenticabile” un’operazione di solito ordinaria, ci sarà anche un fotografo ad immortalare (con foto o video) la scena di una sbarbata sotto il sole, con gli uccellini che cantano come colonna sonora e i profumi delle erbe selvatiche a solleticare le narici.

«L’ho fatto per far capire alle persone la bellezza della natura che stiamo dimenticando – dice Condorelli con il rasoio in mano sulla spiaggia di San Giovanni li Cuti -, la meraviglia di certi luoghi siciliani che stiamo trascurando. Odio i centri commerciali, ci ho anche lavorato e vedevo le stesse persone passare davanti al negozio anche dopo 10 ore, segno che erano rimaste lì dentro per tutto quel tempo. Ma noi non siamo nati nei centri commerciali e con giornate meravigliose come quelle che stiamo vivendo in questi giorni in Sicilia, perché non godersi un po’ di sole e di aria pulita?». Dietro questa svolta green c’è anche una filosofia precisa e un progetto di marketing. Condorelli, infatti, lavora con un’azienda di Torino che usa prodotti naturali per maschere, olii, gel, creme, cere per i baffi e così via elencando, il tutto senza grassi animali, rigorosamente ecofriendly.

Lo stile seguito dal barbiere è quello “hipster”, facce incorniciate da barbe perfette e folte, corte o lunghe, baffi a manubrio, il tutto curato con gli strumenti tradizionali del barbiere, ciotola, pennello e rasoio. Il mestiere non gli manca e i riconoscimenti nemmeno, se è vero che poco più di un mese fa si è classificato al primo posto ai campionati regionali a Palermo, nella categoria “Barba” ed è in procinto di partire per le selezioni nazionali ad Ostia con una squadra composta da sei elementi. «Non taglio capelli all’aperto – precisa – sporcherei l’ambiente, faccio solo la barba e, comunque, quella in eccesso viene raccolta in un fazzoletto. Inoltre uso solo prodotti naturali che non contengono additivi chimici». È chiaro che una barba all’aperto costerà di piú rispetto ad un servizio “ordinario” nel salone cittadino, 20 euro invece di 8, ma nel conto è compreso l’utilizzo dei prodotti naturali, le foto (o il video) e la benzina per arrivare sul luogo. «Un posto che mi piacerebbe moltissimo – rivela – è l’Etna, farei tutto lì, mi piacerebbe tagliare una barba all’Osservatorio, o lungo la pista Altomontana».

Si potrebbe pensare che un barbiere con quest’anima ecosostenibile sia un escursionista provetto, uno di quelli che non perdono occasione per mettere le scarpe ai piedi e macinare chilometri, invece no. «Purtroppo l’unica che mi fa camminare è mia figlia piccola, mi piace andare in bici ma non quanto vorrei, aspetto che cresca per portarla con me».

Ma davvero il cliente può scegliere qualsiasi luogo? «Diciamo che lo scegliamo insieme anche in base alla sua personalità. Lui mi dice un po’ lo scenario che preferisce ed io gli propongo la mia idea. In fondo è una riscoperta anche per me: lui si gode il relax di un’ora all’aria aperta, io vedo un luogo che magari non conoscevo. Certo – osserva – mi proponesse di andare a fare la barba ad Erice, sarebbe un po’ lontano, per quanto è solo questione di organizzazione. Si può fare. Amo la mia terra e, visto che ho anche poco tempo per girarla, volevo accoppiare il mio lavoro alla possibilità di vedere altro. Pensi cosa può essere lavorare in mezzo ai profumi di un vigneto, con il vento che ti accarezza la faccia. E poi la cosa divertente è abbinare i prodotti che uso con il luogo in cui ci troviamo, nella vigna abbiamo usato delle creme a base di vinaccioli, alloro, rosmarino, tutti profumi che in quel contesto si trovano. Devo dire che questo esperimento è andato benissimo, ho fatto una prova in un vigneto di Pedara dove ci ha ospitato un amico, ma sarebbe bello – in futuro – poter coinvolgere anche cantine blasonate o agriturismi. Magari la seduta con il barbiere si potrebbe concludere con una degustazione di prodotti tipici e un bicchiere di vino, anche questo è un modo per conoscere la Sicilia, o no?».

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