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Il cambio vita di Barbara e Chris dallo studio dentistico al turismo emozionale

Di Carmen Greco |

L’impresa è di quelle impegnative: un viaggio che tocchi tutti i 390 comuni della Sicilia (isole dell’Isola comprese) per scoprire, in ciascuno di loro, qualcosa che valga la pena visitare. L’idea è frullata in testa un anno fa ad una giovane coppia di Linguaglossa, Christopher Costanzo e Barbara Turibio, marito e moglie, 29 anni lui, 30 lei. Hanno lasciato i rispettivi lavori – lui aveva un laboratorio da odontotecnico, lei era impiegata in uno studio dentistico – allo scopo di girare la Sicilia e realizzare una guida per viaggi fai da te.

Una scelta che, all’apparenza può sembrare azzardata, ma sulla quale Chris e Barbara hanno le idee chiare. A partire dall’orizzonte temporale che si sono messi davanti per completare la guida: dieci anni. Tanto ci vorrà «ma forse anche meno», ipotizza Christopher per recensire tutti i 390 comuni disseminati in terra di Trinacria. Per farlo più agevolmente utilizzeranno un camper, in modo da potersi muovere lungo le varie tappe senza spendere una fortuna in alberghi e ristoranti e anche per portarsi dietro Piff e Pepito, uno Yorkshire e un gatto siberiano che fanno parte a pieno titolo della loro famiglia e quindi anche della road map.

Il viaggio verrà “documentato” chilometro dopo chilometro, grazie a post, storie e video pubblicati su tutti i canali social e su www.ilblogdidinoilfico.com (la prima versione di quella che sarà la guida vera e propria). “Dino” il fico, è il nome della loro mascotte, un ficodindia arancione presente in tutte le loro foto e quinto “viaggiatore” del gruppo. «Il ficodindia mi sembrava l’emblema più adatto a rappresentare la Sicilia, è giallo e rosso come i colori della bandiera siciliana, è dolce come la gente e le cose buone che ci sono in Sicilia, ma ha le spine come le tante cose che in questa terra non vanno». Chris e Barbara hanno cominciato a “farsi le ossa” da circa un anno, testando la loro creatività nei paesi dell’Etna vicino casa e adesso, sono pronti a partire in camper, alla fine di maggio. I loro “spiriti guida” saranno la curiosità, l’amore (non cieco) per la Sicilia, un pizzico d’ironia e anche una buona dose di faccia di bronzo.

Per avere un’idea del loro “stile” basta sbirciare sul blog che racconta le sette località visitate finora (Randazzo, Maletto, Maniace, Bronte, Randazzo Castiglione di Sicilia, Piedimonte Etneo) in auto, perché per il camper stanno ultimando le trattative.

Ma siete veramente sicuri che valga la pena visitare tutti, ma proprio tutti, i comuni siciliani? Senza offesa, ci saranno posti non proprio indimenticabili…

«Ci sarà qualcosa anche lì – dice sicura Barbara – e non è detto che debba essere un’attrazione legata alla storia o all’arte, può essere anche un’attrazione naturalistica, una leggenda, un piatto particolare, un personaggio, quale paese non ce l’ha? Io, per esempio ho scoperto una cosa del mio paese, Linguaglossa, che non conoscevo: delle antiche sorgenti dove i monaci andavano a prendere l’acqua. Ci sono degli affreschi bellissimi, la località si chiama i “funtaneddi”. Abbiamo chiesto al sindaco di fare un sentiero per renderla fruibile, ma ci hanno detto che non si può perché è proprietà privata. Peccato, non si riesce ancora a capire l’enorme potenziale di questi gioielli».

Per realizzare un progetto del genere bisogna affrontare dei costi, come farete?

«La prima cosa che facciamo è andare a parlare con i Comuni – spiega Christopher – chiediamo loro un piccolo contributo, c’è chi ci ascolta e chi no. Il resto lo ricaviamo dalle recensioni che facciamo ai locali, alle strutture alberghiere. Avviamo con loro una sorta di collaborazione che li rende visibili nel nostro blog, facciamo il servizio fotografico, li inseriamo nel blog e li facciamo protagonisti di una pubblicità proposta in maniera divertente. Chi visiterà quel paese andrà in quel posto per mangiare, in quell’altro per dormire e così via. Le strutture le scegliamo un po’ di tutti i livelli, c’è l’agriturismo, il ristorante gourmet, la pasticceria tipica, tutti posti che visitiamo prima, senza che i titolari lo sappiano».

C’è una divisione di ruoli tra voi?

«Lui si occupa della parte editoriale, io della parte creativa, faccio i video, i disegni, le animazioni, Dino il fico è una mia creatura. Andiamo a parlare con gli abitanti del luogo, “stressiamo” gli anziani per farci raccontare storie, leggende, tradizioni e da lì geolocalizziamo tutto. Facciamo una sorta di mappa di ogni singolo comune in modo che chi va lì non si possa annoiare».

Perché dieci anni per realizzare questa guida? Nemmeno Ulisse…

«Perché ci fermeremo anche più di una settimana in determinati posti. Non sempre è facile trovare delle cose particolari da raccontare e non sempre trovi la collaborazione degli abitanti. Ci sono comuni che non ci hanno nemmeno considerato e altri che, invece ci hanno da subito offerto collaborazione. In genere tramite il comune conosciamo subito lo storico del paese che è ben lieto di darci le prime indicazioni, il resto lo dobbiamo capire noi. L’obiettivo è andare a scoprire anche il più piccolo dettaglio. Ci sono tanti luoghi sconosciuti ai più».

Per raggiungere certi comuni dovrete viaggiare su strade impossibili che sono un “marchio” di inefficienza tutto siciliano, racconterete anche queste “spine”?

«Certo, su Instagram abbiamo un seguito di 21mila persone e spesso abbiamo segnalato cose che non vanno. L’ultima volta è stato sulla strada da Adrano a Bronte piena di spazzatura».

Quindi, alla fine, potrà essere anche una guida di denuncia…

«Noi queste cose le facciamo presenti anche ai Comuni, c’è chi ci ascolta, chi si gira dall’altra parte», sostiene Barbara».

L’impatto con gli abitanti com’è stato finora?

«La gente – prosegue – ci accoglie bene, con gli abitanti riusciamo ad instaurare un bel rapporto, anche perché la buttiamo sul simpatico con la nostra mascotte. Entriamo nel cuore di tutti, tutti accettano di fare una foto con Dino». «Con gli anziani è un po’ più difficile – sottolinea Christopher – a volte non ci puoi parlare direttamente, ci vuole qualcuno che ti presenti, poi quando ti guadagni la loro fiducia sono felici di raccontarti del loro paese. Però qualcuno che ci ha mandato al diavolo c’è stato, anche perché se facciamo delle critiche la gente non ci ama molto».

Però siete autentici e per una guida turistica è il valore più importante…

«Fondamentale – concorda Chris – non è giusto dire che tutto è bellissimo e fantastico per poi trovare, per esempio, spazzatura e negozi chiusi».

In questi casi che fate?

«Scriviamo sul blog di informarsi prima, di contattare la Pro loco o il Comune in modo da non fare un viaggio a vuoto».

La Sicilia in camper è fruibile?

«Insomma, c’è da lavorarci. Il turismo itinerante non è compreso. Molti comuni non vogliono i camper e li vietano. Non prevedono nemmeno aree di sosta attrezzate e secondo noi è uno sbaglio perché è un segmento in forte crescita e che a livello di turismo “emozionale” porta molti introiti. Per convincere i sindaci a considerare questo tipo di turisti ci stiamo appoggiando all’associazione Noi Camperisti in Sicilia per darci una mano. Andiamo nei comuni a chiedere cosa siano disposti a mettere a disposizione dei camperisti, c’è chi offre il campo sportivo, chi lo spazio vicino alla scuola. Puntiamo ad essere un riferimento per il popolo dei camperisti che vuole visitare la Sicilia».

Com’è cambiata la vostra vita?

«Lavoriamo più di prima, siamo più felici – risponde Chris – ma anche più stressati». «A volte ci sono dei momenti in cui penso ma chi ce l’ha fatto fare? – ammette Barbara – ma, piano piano, stanno arrivando le soddisfazioni. Licia Colò ci ha invitato il 12 maggio nella sua trasmissione “Il mondo insieme” a Tv2000». «E poi – continua Chris – abbiamo stretto una collaborazione con la rivista Camper Life, che ci seguirà nel nostro tour e ogni mese pubblicherà un articolo dedicato».

E le vostre famiglie all’idea di questi dieci anni da nomadi come l’hanno presa?

«Mia madre un po’ impaurita proprio per il discorso del camper – dice Barbara – teme che diventiamo degli zingari. Invece la suocera no, è stata più aperta». «Mia madre mi ha detto “l’importante che siate felici”- sostiene – e poi hanno capito l’importanza del progetto».

Delle grandi città cosa racconterete?

«Le città le faremo all’ultimo, perché sono anche più conosciute e non hanno bisogno di grande pubblicità. Anche se, proprio per questo, sarà più difficile trovare delle cose totalmente nuove».

Quando partirete?

«A fine maggio, inizieremo con le località di mare, anche perchè finora abbiamo girato solo in centri di montagna. L’idea è di fare i paesi di mare d’estate e i borghi in inverno con le tradizioni, le feste, il Natale. Seguiremo le sagre e le feste patronali ma, in questi casi, chiederemo la collaborazione dei comuni perché non potremo mai essere dappertutto nello stesso periodo e gli appuntamenti sono centinaia».

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