Artisti
Il chiodo fisso di Evelina, l’avvocato ritrattista con il “femminino” di Goya leitmotiv della sua arte
Ormai giarrese d'adozione, Evelina Larzio è appassionata di disegno nella prima adolescenza
Evelina Larzio nasce ad Agrigento nel 1980 e si trasferisce a Giarre nell’agosto del 1988, dove attualmente vive e lavora.Appassionata di disegno nella prima adolescenza, sviluppa inizialmente uno stile naif, in seguito accresce un interesse per il disegno manga, finendo poi per appassionarsi al realismo, “ritraendo compulsivamente” i propri compagni di classe, durante le lezioni al liceo scientifico.Inizia un percorso universitario differente dalle proprie inclinazioni, che però riesce a portare a termine laureandosi, a Catania, in giurisprudenza; gli anni dell’università costituiscono uno stacco dalla passione originale, cui tornerà più avanti, all’età di 34 anni dopo aver visionato le opere di Goya durante un viaggio in Spagna: il “femminino” di Goya diventerà un chiodo fisso e leitmotiv di una serie di opere convogliate in una fortunata personale dal titolo “Evelina Larzio: donne, sicilianità e paturnie”, all’interno dell’associazione culturale “Gru, gruppo di resistenza umana”. Seguiranno tanti appuntamenti socio-culturali che la vedranno protagonista.
Passionale, materna, introspettiva con il suo “pensiero” e la rassegna “Volti di Sicilia”, a cura di Maria Berenice Monterosso e Luigi Taibbi, è stata tra i protagonisti di “Puntalazzo Openart”.

Come nasce la tua passione per il disegno? Quali i tuoi “maestri” di riferimento?«Nasce da bambina, tentando di scimmiottare anime e manga, anche se inizialmente prediligevo disegnare paesaggi: ero come ipnotizzata dai colori, da quei momenti con me stessa. I miei maestri di riferimento sono Goya, Monet, Dante Gabriel Rossetti».
Ci racconti un aneddoto indimenticabile?«Ne ricordo diversi, ne cito solo alcuno: la volta che una modella d’oltreoceano si congratulò con me per un ritratto che le avevo fatto, o la volta che avevo insegnato a dei bambini a disegnare e loro ne erano molto felici o, ancora, la volta che partecipai ad un progetto benefico devolvendo il ricavato dei ritratti che avevo venduto per aiutare una famiglia siriana».
Che tecnica predilige?«Le matite colorate perché le trovo particolarmente affini alla mia indole: sembrano uno strumento semplice ma possono dare molto».

Ci racconti il processo creativo, dall’idea alla conclusione?«Per quanto riguarda il processo creativo, per me è semplice: sono innamorata dello sguardo delle persone e, disegnando prevalentemente volti, parto dagli occhi in un disegno perché trovo alcuni sguardi molto penetranti, poetici, drammatici. Un disegno per me è compiuto quando sento dentro un’emozione molto grande, quasi incontenibile, come una madre che vede per la prima volta il proprio figlio durante il parto».
Cosa prediligi disegnare, cosa “muove” le tue scelte?«Ribadisco che preferisco i volti delle persone, mi sembra un buon modo di leggere gli altri e imparare a leggere me stessa».

Qual è (e per quali ragioni) il colore che sposa meglio la tua interiorità?«Il colore che mi rappresenta a volte è un verde veronese per il suo modo di ispirare ottimismo e placida bellezza, altre volte il giallo indiano perché è caldo, un po’ vissuto e sa di viaggi e scoperte; altre volte ancora mi sento più vicina al bordeaux che sa di autunno e calma e amore».
Henry David Thoreau diceva, “non importa quello che stai guardando, ma quello che riesci a vedere”. Cosa hai potuto vedere attraverso la tua arte?«Attraverso l’esperienza con l’arte ho potuto leggere le persone, e attraverso di loro ho imparato a leggere me, il mio abisso: vette altissime, profondità “profondissime”».
In un tempo assediato dalle immagini qual è e come cambia il “significato” di narrare disegnando?«Il “binging” – l’abbuffata – di immagini che subiamo ha sicuramente cambiato il nostro modo di attenzionare le cose, la capacità di fermarsi, la voglia di sapere. Il mio scopo è stravolgere questo stato di cose, costringere lo spettatore a fermarsi (ed anche a farsi un bel pianto se è necessario)».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA