LA STORIA
La catanese Aurora Lucia Villani la più giovane in marcia all’Adunata degli Alpini: «La penna nera tira fuori il vulcano che c’è in me»
La giovane etnea: «Mio padre è nell’Esercito. E io fin da piccola ho voluto seguire le sue orme, era il mio sogno»
Ha seguito il suo sogno. Dribblando ostacoli, mentali e fisici. E anche qualche muso lungo di mamma e papà. Aurora Lucia Villani però ha le idee molto chiare. Il suo obiettivo è uno adesso: completare l’addestramento e conquistare il cappello da alpina. «Qui ho scoperto il vulcano che c’è in me». Qui sta per Aosta, o meglio il Centro Addestramento Alpino di Aosta.
Aurora Lucia è una siciliana doc. Nata a Catania, poi piccolissima si è trasferita a Belpasso, ai piedi dell’Etna. Da qualche mese sta frequentando il Corso Solarolo III, che oggi l’ha portata a partecipare al più importante evento per il corpo degli alpini. E cioè l’adunata nazionale che quest’anno si svolge a Biella, in Piemonte.
Il raduno annuale dell’Associazione Nazionale Alpini (Ana) prevede la partecipazione delle truppe alpine dell’Esercito e di decine di migliaia di penne nere provenienti da tutta Italia. Alla grande sfilata di oggi presenti anche i giovani aspiranti alpini del Corso Solarolo III. E tra i 144 “marcianti” ci sono 27 ragazze. La più giovane è Aurora Lucia.
Come sei finita ad Aosta? «Bella domanda, io volevo fare in realtà la paracadutista». A Capua però c’è stato il colpo di fulmine per il berretto con la penna. Aurora Lucia è una sportiva. Ha giocato a calcio per quasi tutta la vita. Da piccola era in una squadra del paese. «Mi hanno vista giocare e mi hanno chiesto di fare un provino al Catania. Avevo appena 10 anni. Di lì a poco sono approdata in serie C con la maglia rossoazzurra».

La divisa dell’Esercito però è sempre stato un suo pallino. «Mio padre è nell’Esercito. E io fin da piccola ho voluto seguire le sue orme. Ricordo quando mi portava in caserma. Ho sempre saputo che è questo quello che volevo fare», dice con determinazione. La diciottenne è andata al Reggimento Addestramento Volontari a Capua. Dodici settimane di lavoro intenso che sono terminate con i vari breafing su tutte le specialità. «L’opzione alpini non era proprio messa in conto, ma quando hanno presentato il corpo ho cambiato idea. Forse mi ha affascinato la montagna, mi ha ricordato l’Etna dove sono cresciuta. E così sono arrivata qui e so che ho fatto la scelta giusta».
Il corso
Caschetto, tuta mimetica, sci in spalla. Il corso per Volontari in ferma iniziale dell’Esercito battezzato “Solarolo III” è iniziato il 10 aprile scorso. In totale sono 144 i frequentatori – come li chiamano ad Aosta – e 27 sono donne. In poco più di 4 settimane dal loro arrivo i giovani aspiranti alpini hanno affrontato una full-immersion sciistica sulle nevi delle stazioni di Pila e La Thuile. Poi hanno preso parte alle attività del modulo tattico comune, comprendente addestramento individuale al combattimento, maneggio armi, poligoni a fuoco e istruzione formale.

L’addestramento di istruzione formale viene svolto con uniformi: una metà in tenuta da sciatori, che segue il corso basico di sci e l’altra metà in tenuta da rocciatori, per il corso basico di alpinismo.«È più dura di quello che pensavo». Detto da una sportiva come lei, c’è da crederci.
«Ho scoperto muscoli che non pensavo di avere. Comanda la testa e non il fisico. Serve stare concentrati». Sciare è stata un’esperienza esaltante. «Era la prima volta. Ma dopo la prima discesa non vedevo l’ora di rimettermi gli sci». E poi c’è l’addestramento al tiro al bersaglio. «Sparare è una scarica di adrenalina», aggiunge mentre prende fiato da una marcia all’altra. Le suggestive vette che ogni giorno percorre evocano le passeggiate sull’Etna. C’è un po’ di casa, anche qui.
Il mare ogni tanto manca. Ma basta tornare – come ha fatto a Pasqua – per ricaricarsi di sale e lava. «Al ritorno sono più forte e concentrata di prima».
La cosa bella che ha trovato al centro d’addestramento è la capacità di fare “spogliatoio” con le colleghe donne. «Mi sento veramente me stessa, accettata per quella che sono e per chi voglio diventare. Questo mi ha stupita perché solitamente vado più d’accordo con gli uomini, ma qui ho conosciuto davvero donne meravigliose. Ma in realtà lo sono tutti, è una bellissima squadra», afferma con il linguaggio da ex calciatrice.
Combattente
Aurora Lucia è una combattente. Una gladiatrice. Le scalate la fanno sentire viva. Con l’asticella sempre alta. Certo, all’inizio in famiglia non tutti erano entusiasti della sua scelta. Nemmeno il papà, pugliese e ora in servizio a Messina, ha recepito la notizia di buon grado. «Papà non se l’aspettava. Ma quando gli ho spiegato il perché ha capito e ora è felice per me». La mamma avrebbe voluto la sua piccola “vicino” casa. Almeno in Sicilia. Aosta è lontana da Belpasso. E il corpo degli alpini ha destinazioni ad altre latitudini. E anche altre altitudini.
«Ma io sono convinta. Anzi convintissima. Alla fine i miei familiari vogliono solo vedermi felice». La giovane ha un fratello gemello. «Appena lo ha saputo mi ha detto: chi te lo fa fare? Ma gli ho spiegato la mia decisione e anche lui più o meno sembra aver capito. Il legame tra gemelli è forte. Anche a me manca, ma questa è la mia strada e ce la metterò tutta per portarla a termine. Ho detto la stessa cosa a mia sorella». Ma alla fine Aurora Lucia «ha il pieno sostegno della sua famiglia» che è «fiera e orgogliosa» della sua aspirante alpina.
E ora l’adunata nazionale a Biella. «Sono emozionatissima. Per il corpo degli alpini è un evento importantissimo. Partecipare è davvero un onore e un privilegio».
La grande sfilata è lunga chilometri. La marcia parte dai più lontani per finire con i più vicini: dal Sud al Piemonte. In questo lungo serpentone di cappelli alpini c’è Aurora Lucia assieme agli altri 15 siciliani che al momento frequentano il centro d’addestramento.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA