la storia
L’ingegnere siciliano che “coltiva” la carne hi-tech
Nicolò Razza di Caltagirone, si occupa di foodtech: «Non si tratta di cibo sintetico, riproduciamo tessuti muscolari partendo da cellule animali»
Ricerca scientifica e innovazione. Sono le attività che hanno guidato Nicolò Razza, giovane talento di origine calatina, a raggiungere importanti traguardi nei settori Bio e Foodtech. Dopo la laurea e il dottorato di ricerca in Ingegneria conseguita al Politecnico di Torino la sua carriera accademica si è arricchita di esperienze internazionali nelle più prestigiose università e centri di eccellenza del mondo. Dalla Svezia alla Francia, dagli Stati Uniti alla Svizzera.
Il suo impegno nella ricerca gli è valso nel 2018 il Premio Qualità dal Politecnico di Torino e la pubblicazione di decine di articoli sulle più importanti riviste scientifiche.
Il giramondo
«Dopo aver conseguito la maturità, ho lasciato la Sicilia per intraprendere un percorso di studi in una delle migliori università in Italia – spiega Nicolò Razza – Ho completato una laurea triennale e un master in Ingegneria al Politecnico di Torino, arricchendo la mia formazione con esperienze all’estero, tra Svezia e Stati Uniti. Al termine di questi periodi, ho vinto una borsa di studio per un dottorato di ricerca e ho deciso di tornare in Italia. Come spesso accade nel mondo della ricerca, però, il dottorato mi ha portato a trascorrere metà del percorso presso l’École Polytechnique di Parigi. Tra Parigi e Torino ho completato la mia tesi di dottorato, che si collocava all’intersezione tra materia ed esseri viventi, con un focus sulla bionanotecnologia e l’interazione tra biomateriali e sistemi biologici».
Dalla ricerca allo sviluppo
Dopo gli studi ha perfezionato le sue competenze passando dalla ricerca allo sviluppo. «La mia passione per l’interdisciplinarità e l’innovazione mi ha portato a fare nuovamente le valigie, questa volta in direzione della Svizzera, presso l’Istituto Federale di Tecnologia di Losanna (Epfl). Qui ho lavorato su diversi progetti industriali nei laboratori di Francesco Stellacci, spostandomi gradualmente dalla ricerca allo sviluppo. Partendo dallo studio dei meccanismi con cui i virus interagiscono con le cellule e causano infezioni, abbiamo sviluppato e brevettato tecnologie antivirali ad ampio spettro, efficaci non solo contro un singolo virus o variante, ma contro molteplici agenti patogeni. Queste tecnologie si sono rivelate utili sia per lo sviluppo di farmaci antivirali, sia per l’inattivazione dei virus presenti sulle superfici, interrompendo così la catena di trasmissione».
L’ingegneria tessituale
Con il tempo si è specializzato in Ingegneria tissutale applicata alla produzione alimentare. «Negli anni ho maturato competenze con un’ampia applicabilità nel settore dell’ingegneria tissutale. Questa disciplina consente di creare in laboratorio tessuti e organi, guidando le cellule staminali a specializzarsi in strutture complesse.
Sebbene sia nota soprattutto per il suo potenziale nella medicina rigenerativa, negli ultimi anni l’ingegneria tissutale ha assunto un ruolo chiave anche in un altro ambito: la produzione alimentare. Un esempio di tessuto complesso con cui abbiamo a che fare ogni giorno è proprio il cibo: carne e pesce sono composti da proteine animali che li rendono nutrienti, ma la loro produzione ha un forte impatto ambientale a causa degli allevamenti intensivi.
Da qui nasce l’idea della carne coltivata: non si tratta di carne artificiale o sintetica, come si crede erroneamente, ma di carne vera e propria prodotta a partire da cellule animali, senza la necessità di macellare l’animale.
«Questa visione mi ha portato a trasferirmi a Zurigo, dove ho diretto lo Sviluppo del Prodotto in una startup. Con il mio team abbiamo brevettato tecnologie per riprodurre tessuti muscolari partendo da una piccola biopsia di cellule animali e fornendo alle cellule le giuste condizioni di crescita, proprio come avviene all’interno di un organismo vivente. Questa esperienza mi ha condotto a una nuova sfida: oggi sono direttore dello Sviluppo di Bioprocessi in un’iniziativa congiunta (joint venture) di tre grandi aziende svizzere. Il mio compito è supportare le realtà che sviluppano carne e pesce coltivati, aiutandole a perfezionare le tecnologie necessarie per la produzione su larga scala e accelerare il loro ingresso sul mercato».
Produzione e sostenibilità
Da tempo si discute di produzione alimentare e sostenibilità, e della loro influenza in futuro. «Oggi il sistema alimentare globale è responsabile del 25-35% delle emissioni di gas serra causate dall’uomo, considerando non solo l’agricoltura, ma anche i cambiamenti nell’uso del suolo, il trasporto, la lavorazione e gli sprechi. È evidente che il cibo del futuro dovrà essere necessariamente più sostenibile ed etico, se vogliamo preservare il pianeta e garantire la nostra sopravvivenza come specie. Il cibo prodotto dalla coltura cellulare cosi come la fermentazione di precisione potranno offrire valide alternative sostenibili».Per Nicolò Razza se la sua professione per ora è in Svizzera il suo cuore è sempre nell’Isola.
«La Sicilia ha una storia di contaminazione culturale straordinaria: nel corso dei secoli ha accolto popoli di origini etnolinguistiche diverse, dai Sicani e i Fenici agli Antichi Greci, Romani e Normanni. Noi siciliani siamo abituati ad adattarci a contesti e culture differenti, ed è probabilmente per questo che mi sono ambientato rapidamente nel mio nuovo stile di vita. Nel tempo libero amo esplorare il territorio svizzero, alternando lunghe corse sui sentieri di montagna allo sci sulle Alpi. Certo, la Sicilia mi manca, ma la porto sempre con me. Sono riuscito a realizzare molti sogni, anche oltre le mie aspettative iniziali. Per il settore in cui opero, al momento la Sicilia non offre molte opportunità, ma credo che in qualsiasi parte del mondo sia possibile trovare il proprio percorso e sentirsi realizzati. Amo la mia terra e torno spesso, ma dal punto di vista professionale è innegabile che alcuni contesti offrano più possibilità di crescita di altri. Un giorno, magari alla fine della mia carriera, mi piacerebbe tornare e stabilirmi in un piccolo villaggio su una delle isole Eolie, godendomi la bellezza autentica della mia terra».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA