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Michele Cucuzza, il volto catanese della tv dal “Michelino Varietà”, alla Rai fino ad Antenna Sicilia: «La sveglia all’alba per vivere Catania»

Il giornalista catanese per tanti anni conduttore del Tg2 e di programmi come la Vita in diretta, si racconta ricordando anche esperienze straordinarie come l'incontro con Sandro Pertini

Di Simone Russo |

Michele Cucuzza è un esempio per le nuove generazioni di giornalisti. La sua professionalità, la sua competenza e la sua passione per il lavoro lo rendono un punto di riferimento per chiunque voglia intraprendere la carriera giornalistica. Da oltre cinquant’anni ha dedicato la sua vita alla notizia. Da poco ha accolto con gioia la notizia di essere diventato nonno. Un evento che lo riempie di felicità e che si aggiunge ai suoi numerosi successi professionali. «Il 13 febbraio è nata Ottavia – dice Cucuzza – primogenita di mia figlia Carlotta e del marito Barnabè. Vivono a Parigi e sono andato a trovarli per conoscere la mia nipotina, una bambina bellissima, sono un nonno felice. Ero contentissimo di tenerla tra le braccia. Una sensazione bellissima».

Quando nasce la passione per la notizia e di conseguenza per il mondo del giornalismo?

«Non avrei una data sicura. Fin da piccolissimo sono sempre stato incuriosito, fin da quando facevo le elementari. Mio padre era un vulcanologo importante a Catania e comprava tutti i giornali. Ero abituato ad avere in casa tutti i quotidiani ricchi di titoli e fotografie. Ogni giornale con una impaginazione diversa. Questa cosa mi affascinava. In qualche modo coincideva con il mio spirito di curiosità. È stata quasi una cosa automatica. Ho staccato un paio di fogli dal mio quaderno a quadretti della scuola ed ho cominciato a comporre il mio giornale. Scrivevo dei piccoli articoletti, proprio con la penna. Ho inventato il “Michelino Varietà” costringendo i miei cuginetti a leggersi il mio giornale. Un vero spirito giornalistico. Sono sempre stato affascinato dal mondo del giornalismo. Adoro il giornalista che vuole conoscere e sapere».

Da “Michelino Varietà” a “Catania Sera”, sempre con la voglia di raccontare la nostra città: cos’era “Catania Sera”?

«Un quotidiano minore che, in quel periodo, mi ha consentito di fare un paio di inchieste. Era il periodo del ’68, raccontavo il mondo delle università. Sono stato molto soddisfatto e contento di poter muovere i primi passi proprio per raccontare la mia città. Venivo, comunque, da anni in cui scrivevo per i giornalini di istituto. Da lì, poi sono andato a Milano. Sono stato coinvolto nel movimento studentesco. Eravamo quelli che volevano un po’ distinguerci dal sistema, un parolone molto grosso. C’era un protagonismo da parte dei giovani ed è nata la voglia di fare radio. Nasce così Radio Popolare. Quando l’abbiamo creata, nessuno di noi era giornalista ma abbiamo avuto l’appoggio del giornalista Piero Scaramucci che aveva la passione di insegnare ai giovani».

Grazie a “Radio Popolare” un giovanissimo Michele Cucuzza riesce ad intervistare il presidente Sandro Pertini, dandogli del “Tu”. Come andò?

«Era il 1970 e il presidente Pertini doveva fare un convegno a Milano. Mi informai sul suo percorso e mi appostai vicino a dove avrebbe posteggiato la sua macchina. Eravamo solo io e lui. Il presidente Pertini, con la pipa in mano, avanzò verso di me senza avere nessuna paura. Senza nessun problema. Avevo una barba folta e lui mi disse “bella barba giovanotto”. Si era anche accorto che avevo un baracchino per registrare e mi chiese chi fossi. Gli spiegai che avrei voluto registrare qualche sua battuta. Mi rispose che se avessi voluto fare una intervista con lui avrei dovuto dargli del “tu”. Ero in evidente imbarazzo. Volevo sprofondare. Mi spiegò che al Quirinale, ogni settimana, venivano centinaia di giovani che lo chiamavano Sandro, quindi dovevo dargli del “tu”. E così fu. Cinque domande. Il presidente si fermò a parlare con uno sconosciuto. Un presidente della Repubblica che rispondeva a un ragazzino capellone, con la barba e un registratore. A fine intervista lo ringraziai e andai subito a un telefono a gettoni per avvisare la mia redazione. Nella mia vita ho vissuto tante esperienze ma questa è una delle emozioni più belle».

Una politica che “casualmente” è entrata anche nella sua vita. Nel 2013, ha ricevuto due voti alle elezioni come Presidente della Repubblica Italiana. Se lo aspettava?

«Dall’88 al ’98 ho condotto il Tg2. Poi fino al 2008 ho condotto “La Vita in Diretta”. In quegli anni tutti guardavano la televisione. Avevo una popolarità straordinaria, grazie a una squadra meravigliosa. Io ero il volto che andava in video, ma dietro c’era un lavoro eccezionale di tutti coloro che lavoravano a questo progetto. Ringrazio la Rai per avermi dato questa possibilità, sarò sempre riconoscente. Questa popolarità mi ha portato a ricevere due voti, ovviamente in maniera goliardica. Ancora oggi non so chi siano stati questi due buontemponi».

Da oltre cinquant’anni è protagonista nel mondo del giornalismo e dell’informazione italiana. In questi anni com’è cambiato il giornalismo e soprattutto c’è ancora spazio per i giovani che vogliono intraprendere il “sapore” della notizia?

«È cambiato tantissimo, le nuove tecnologie hanno modificato tutto. Dai tempi alla velocità. C’è anche una inflazione della comunicazione. Mi auguro che ci sia sempre spazio per i giovani. Purtroppo, in giro, c’è tanta roba spacciata per informazione senza che si capisca quale sia la fonte. Siamo tutti liberi di dire quello che vogliamo, ma c’è bisogno di giornalismo professionale. E’ l’unica garanzia per sapere le cose vere. Non tutto è informazione. L’informazione è fatta dai professionisti. Perché altrimenti ci si illude di essere informati in una giungla di notizie».

Ogni mercoledì sera racconta Catania ospitando su Antenna Sicilia e Telecolor il sindaco Enrico Trantino. Qual è lo “stato di salute” di Catania?

«Catania è una città vivacissima. Lo era quando sono partito e lo è ancora di più oggi. Ho girato parecchio e a Catania c’è una vivacità culturale bellissima. Abbiamo una ricchezza eccezionale. Una città che pulsa di vita, con la sua architettura barocca che racconta secoli di storia. Mi piace vivere la mia città e tutta la Sicilia. Una terra ricca di storia, arte e cultura, con siti archeologici millenari, città d’arte e borghi medievali. Abito in un piccolo appartamento al centro di Catania, nelle zone di via Etnea, accanto ai giardini di Villa Bellini. Mi alzo tutte le mattine alle 6 proprio per vivere la città. E poi qui in Sicilia, col mare davanti, sto a meraviglia. Sembra di essere in California. Da quando sono ritornato ho trovato una crescita importante di Catania e della Sicilia. Ringrazio Angela Ciancio che mi ha voluto e l’appuntamento con il sindaco è molto interessante perché abbiamo la possibilità di mandare i messaggi in diretta. I cittadini scrivono e il sindaco Trantino, molto disponibile, risponde».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA